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Festa del Cinema di Roma 2017: Hostages

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Festa del Cinema di Roma 2017: Hostages

Negli anni Ottanta, la Georgia è ancora sotto il controllo politico sovietico, che piomba sulla testa dei georgiani come un dittatore severo ed inesorabile. Sono anni faticosi, dolorosi, specie per chi ha il sogno di lasciare la sua terra e realizzare i propri sogni.

I protagonisti di Hostages sono esattamente questo: un gruppo di giovani sognatori che cerca disperatamente di uscire dal paese (in un’epoca in cui lasciare la Georgia è considerato un crimine) per poter vivere una vita normale, serena, lontana da una dittatura rigorosa e limitante. Sono un gruppo di giovani che desiderano soltanto la propria libertà. A qualsiasi costo.

 

Ispirato a fatti realmente accaduti nella Georgia del 1983, Hostages è la storia di un gruppo di amici che pianifica il dirottamento di un aereo per lasciare il paese ma si ritrova coinvolto – e responsabile – in uno degli avvenimenti più drammatici della storia georgiana.

 

Il regista (georgiano anche lui) Rezo Gigineishvili dirige un film d’autore che ricorda da vicino il grande cinema americano del passato, fatto di campi lunghi, intensi piani sequenza, musiche maestose e fotografia magistrale. La macchina a mano segue passo passo i protagonisti, favorendo un’immedesimazione totale e completa e alimentando la crescita della tensione. L’intero film gioca sull’attesa, sull’indecisione, sulla paura dei protagonisti, un attimo prima che la strage avvenga, che l’imprevedibile diventi prevedibile e, soprattutto, inevitabile.

Non ci importa quasi sapere come andrà a finire, perché la tragedia è lì a guardarci, dietro l’angolo, pronta a travolgerci senza chiederci scusa: quello che ci distrugge, durante la visione, è la rabbia che cresce e sale, piano piano, e che ci fa venire voglia di piangere e urlare e salire su quell’aereo con tutti loro per abbracciarli e dire loro che no, scappare non serve, e neanche ammazzare, che un mondo migliore è possibile e che non serve versare sangue per pulire altro sangue. E invece no, la storia deve fare il suo corso e tu devi restare lì, fermo, a guardare, consapevole ancora una volta che abbiamo sbagliato tutto.

 

Avevate tutto, non vi mancava niente. Eppure avete tradito il vostro paese“. Sono le parole che il governo georgiano rivolge spesso ai giovani dirottatori, quasi incredulo per l’accaduto. Cosa mancava a questi giovani ragazzi per essere felici, si chiedono. E forse è proprio quella libertà che una dittatura non potrà mai concederti, forse quella voglia di essere se stessi che una dittatura non potrà mai permetterti, forse quella voglia di sbagliare che una dittatura non potrà mai perdonarti. Ecco cosa desideravano, i giovani georgiani che hanno dirottato quell’aereo: la libertà di essere se stessi e felici, almeno una volta nella vita.

Al di là del dramma storico e politico, Hostages dimostra quanto una dittatura severa possa sfociare con estrema facilità in qualcosa di drammatico e imprevedibile, e di quanto sia doloroso e difficile ancora oggi lottare per la propria libertà.