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Le erbe di San Giovanni
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Il Fiore di San Giovanni

Dai luoghi selvaggi venite o fate,
e per qualche istante a questa terra badate;
venite danzando dall`irreale collina
per risvegliare il potere e compiere la volontà divina;
nel mio giardino gioite e danzate;
possa la sua terra pullulare di fate!
Erbe, fiori, piante del giardino,
liberate ogni spirito divino!
Brillino ovunque sfere di luce fluttuanti
dalle Terre degli Elfi belle e lucenti…

Le Erbe di San Giovanni sono per tradizione magiche. Tuttavia ce ne sono alcune che sono autenticamente misteriose, tanto da non essere presenti in alcun trattato botanico. Tra quelle che prenderemo ora in considerazione ci sono le erbe rare, di non semplice reperibilità ed utilizzo, ed altre di cui non c’è mai stata prova di esistenza se non in trattati magici, cui vengono attribuite proprietà terapeutiche fantastiche.

ArtemisiaArtemisia

Consacrata alla Luna, sorella di Apollo, è la pianta più conosciuta per le sue proprietà delle note “erbe di S. Giovanni” si trova facilmente sul ciglio della strada e nei campi, ed è apparentemente modesta, pur possedendo doti a dir poco eccezionali, e per questo motivo è conosciuta da tempi immemorabili. Le artemisie sono di diverso tipo, ma sicuramente la più celebre è l’Artemisia absinthium, comunemente detta assenzio. Le antiche tradizioni danno a questa pianta delle capacità prodigiose in parte legate alla credenze popolari. Infatti è un erba che scaccia i diavoli e gli spiriti maligni, neutralizza il malocchio.  Uno solo rametto basta ad alleviare le “pene” del viandante, ed è tradizione portarla addosso non soltanto in occasione di serate magiche come quella tra il 23 ed il 24 giugno, perché favorisce i viaggi. Ed è qui la sua particolarità: il termine viaggio è da intendersi  anche in senso spirituale. La tradizione la identifica come erba presente nell’Eden, il Paradiso Terrestre.

 

Verbena

È simbolo di pace e prosperità. Ha come poteri la purificazione, l’amore, la castità, il sonno e la giovinezza. Il mondo classico la definiva: “lacrime di Iside“, “sangue di Mercurio“, “erba di Ercole“.
I suo nomi latini verbenaca, verbenae, derivano da un antico termine indoeuropeo dalla cui radice proviene anche il greco rhabdos, verga o più precisamente bacchetta magica. Venere, era rappresentata incoronata di verbena e mirto, e perciò i filtri d’amore erano creati con la base di questa pianta. Aveva anche il pregio di proteggere dal contagio durante le epidemie, molto frequenti durante il Medio Evo.

 

Iperico

Il suo stretto legame col Battista sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati tra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo detto per il suo colore “sangue di San Giovanni“. Dona la salute, la forza, la felicità e la divinazione d’amore, e protegge dalle avversità. Inoltre è definito scacciadiavoli. È un amuleto contro ogni forma di stregoneria.

 

 

 

Erba LucenteErba Lucente

Consentiva, se portata sul corpo, di vedere la verità delle cose. Essendo invisibile agli uomini, ma non ai bovini, la si poteva raccogliere solo seguendo un vitello al suo primo pascolo nella notte di San Giovanni. Si raccontava infatti che i bovini mangiassero solo quell’erba, dando così la possibilità di individuarla.

 

 

EricaErica

Il suo nome deriva dal verbo greco “ereiko“(spezzo, rompo) proprio perché è più forte della dura crosta di terra invernale.
In antichità serviva per fare le scope atte a pulire i templi degli Dei, ed in seguito il forno dove cuocere il pane. Alcune località della Toscana, dove i campi e le colline sono ricoperti interamente da questa pianta, vengono chiamate Scopeto, Poggio delle Scope, Pian di Sco’, per questo motivo.
Nelle leggende nordiche, fra i rami dell’erica dimorano le fate.

 

 

Felce fioritaFiore di San Giovanni

Esiste un fiore misterioso che non è registrato dai botanici e che avrebbe la virtù di rendere invisibile chi lo possiede, di resistere agli incantesimi e di scacciare gli spiriti immondi: è il fiore di San Giovanni, che cresce dalla pianta della felce solo nella notte tra il 23 ed il 24 giugno.
Per coglierlo bisogna compiere un rito particolare: a mezzanotte il fiore sboccia, emanando una luce intensa. In quel preciso momento il demonio sarebbe pronto a prenderlo. Chi desidera impadronirsene deve andare nella notte magica nella foresta e sedersi accanto alla felce, tracciando con la punta del coltello un cerchio protettivo intorno ad essa e attorno a sé. Il demonio materializzatosi chiamerà la persona con la voce di uno stretto parente, per indurla a voltarsi. Solo chi è in grado di rimanere con lo sguardo fisso sulla pianta e di resistere alle distrazioni del demonio, avrà la possibilità di cogliere il fiore e di sconfiggere l’oscurità.

Realtà ed immaginazione si fondono. La natura ha provvisto le piante di una vera e propria riserva di poteri. Fin dai tempi più antichi l’uomo scoprì le energie presenti in esse, e ai nostri giorni le piante possiedono proprietà incredibili scientificamente note, che danno qualità alla vita.

di Svevo Ruggeri

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Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine