pornplacevr
pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
Muso Music Festival 2013. Non solo musica…
Luglio 22, 2013
Robbie Williams a San Siro
Luglio 30, 2013
Show all

Roger Waters – The Wall live Stadium 2013

Roger Waters - the wall live 2013Sono Padova e Roma le nuove  location scelte dallo storico bassista dei Pink Floyd per le tappe italiane del tour di The Wall, un’esperienza che travalica il concetto di live

Siamo abituati a considerare i Pink Floyd come un gruppo che sa unire la perfezione stilistica sia in fase creativa musicale, nelle rigorose partiture, che nella comunicazione visiva con effetti speciali sempre all’avanguardia. Il tempo ci ha consegnato album incredibili come The Dark Side Of The Moon, Wish You Were Here e The Wall, solo per citarne tre che hanno come caratteristica quella di saper identificare diversi momenti creativi di questa band, tre album che sono la summa di un percorso che si snoda in più lavori che caratterizzano un decennio di maturazione memorabile. I Pink Floyd sono un capitolo della musica che rimarrà come patrimonio a sé, una band che conta imitazioni che sono esercizi mal riusciti non per scarsa attitudine o maldestra capacità degli esecutori, bensì per la ricerca sistematica della perfezione difficilmente riproducibile, che poi sarà anche la causa del loro sciogliemento evidente ma mai decretato ufficialmente.

The Wall, il concept album più folle che sia mai stato concepito oggi è di nuovo attuale, grazie alla caparbietà di Roger Waters, storico bassista e leader dei Pink Floyd, che alla considerevole età di 70 anni (da compiere a settembre) è in tour mondiale dal 2010  con la versione live dell’album.

La stesura di The Wall, pubblicato nel 1979, è complessa. Si tratta di un lavoro completo, maturo, privo della sfrontatezza giovanile e colmo di saggezza musicale ben radicata, e non può prescindere dall’esperienza vissuta di una carriera esaltate e costellata di successi.

The Wall è il trionfo della composizione di Waters, è il capitolo conclusivo di un’esistenza dedicata alla musica e proprio per questo motivo è un concept album che si compenetra indissolubilmente con la vita personale e artistica di Roger Waters. È l’album che sancisce la fine strutturale dello storico quartetto capostipite di un genere musicale, la psichedelia, che ha avuto nei Floyd i leader indiscussi. L’acume creativo quando violenta e ruba particelle basilari del proprio ego può giungere alla perfezione, ma lascia vuoti interiori che non possono più essere considerati la propria intimità, quel nucleo inattaccabile che viene protetto gelosamente da ognuno di noi. E forse Waters per toccare l’assoluto creativo ha attinto a piene mani dal suo nucleo personale, regalando al mondo un’opera musicale, teatrale, intima, che racconta l’uomo, le sue miserie, le sue esaltazioni, il successo, la caduta, la speranza, l’odio, l’amore, la privazione, l’isolamento, la ribellione.

Roger_Waters-The_Wall live 2013

Ed è questo The Wall, un coacervo di sentimenti personali che vengono traportati nella figura di Pink, il protagonista dell’opera. Pink ha perso il padre nella Seconda Guerra Mondiale, proprio come Waters, ha studiato nei college inglesi e viene sbeffeggiato dagli insegnanti perché mantiene caratteristiche che non possono essere inquadrate nel rigore didattico e comportamentale che quelle scuole impongono. I primi scontri con la realtà lo portano a rifugiarsi tra le braccia di una mamma opprimente che per eccesso di sentimenti contribuisce in maniera decisiva a preservare Pink dall’orrore della realtà… ed è così che mattone su mattone Pink costruisce il suo staus di isolamento dalla contingenza. Prova a ributtarsi nelle emozioni innamorandosi della persona sbagliata che si avviacina a lui solo perché ha avuto la fortuna di diventare una rockstar… e puntualmente ripiomba nella disperazione endemica del suo animo, è l’ultimo mattone della separazione dal reale. La lussuria lo spinge a rianimare un cervello che non ha nulla di diverso dall’essere lobotomizzato, ma è un fuoco di paglia che lo porta alla decomposizione interiore dei suoi valori distrutti, dei suoi sentimenti naufragati, del suo animo ormai evanescente. In questo contesto Pink perde definitivamente la coscienza di sé e in una sorta di spersonalizzazione/separazione riemerge guidato dal desiderio di imporre la propria violenza come unica maschera di un’esistenza persa. Sfrutta il potere di persuasione che lo vede capace di smuovere le masse, desiderose di essere guidate nel nulla della realtà da un faro così potente e illuminante. Organizza la sua milizia e la solitudine nella quale agonizza il meglio di sé, ormai dietro il muro completato, è solo un ricordo. Il nuovo Pink è un dittatore guidato dall’ego senza struttura, è un prodotto di cui ha bisogno il popolo e lui si presta ad essere ciò di cui c’è bisogno. È un urlo disperato di una persona ormai priva di spina dorsale, un fantoccio che è il re di una società malata, è l’animo dissociato di una società cieca e senza prospettive. Ma anche questa espressione distorta della sua psicologia cadrà inevitabilmente e si rifugerà all’ombra dell’alto muro. Il processo inevitabile vedrà il giudice decretare che il muro debba essere distrutto, che l’alba di un nuovo giorno e il recupero di una personalità distorta è possibile, ma solo su un letto di macerie… non c’è possibilità di modifica, bensì di nuova nascita. La storia di Pink/Waters è questa.

Roger Waters -- the wall live 2013

La versione portata in tour è sostanzialmente identica nel suo messaggio trasversale, ma si arricchisce di un’attualità che è elemento caratterizzante del Waters di sempre: la denuncia.

Sono passati 34 anni dalla registrazione in studio del doppio LP, ma il mondo non è cambiato in meglio. Nuovi idoli si sono manifestati, altri sono crollati ferendo a morte la civiltà.

Sul muro presentato da Waters vengono proiettati effetti incredibili, giochi di luce prepotenti, meravigliose invenzioni grafiche, tutte condite dalla disperazione di qualcosa che stona e annienta. Il clima è esaltate e allo stesso tempo spaesante. Lo spettatore è coinvolto in uno spettacolo musicale e teatrale eccelso. Nulla è lasciato al caso e la sensazione evidente è quella di dover subire la perfezione stilistica e grafica concertate al meglio: il messaggio deve essere compreso, la fantasia e l’interpretazione del singolo spettatore spazia nell’ampio perimetro della genialità di Roger Waters.

Il nuovo Waters, quello che ha raggiunto un momento di riappacificazione col pubblico, è una presenza costante. Suona come sempre il basso, ma per più di metà spettacolo lascia il suo strumento ed è l’unico interlocutore con il pubblico. Il suo nuovo “muro” non è più la separazione fisica da chi acquista gli album e biglietti per i concerti, bensì è lo sfondo ideale per un continuo susseguirsi di immagini, come fosse un foglio vuoto pronto per essere riempito, o una tavolozza di un pittore, o un muro candido per writers pieni di fantasia e di messaggi anche inquietanti.

The Wall nella versione ultima di Roger Waters è uno spettacolo incredibile, che mette in difficoltà chi ne scrive perché la musica e la concertazione complessiva dello show non ha vera e propria corrispondenza negli aggettivi diponibili… è uno spettacolo completo che sa stupire ed essere attuale, è un rimescolamento di emozioni visive che trovano un momento di conforto quando l’orecchio incontra la canzone preferita, che a sua volta dà spazio all’emozione sonora. È uno spettacolo che vale la pena di vivere perché è un’esperienza che sa dare un nuovo senso al concetto di live.

di Svevo Ruggeri

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine