L’estate volge al termine per i più. Cerchiamo di scoprire la regina musicale dell’estate
Un’estate così non la si vedeva da tempo. Sarà la crisi, ma aeroporti e alberghi hanno registrato un boom di passaggi mentre in Italia la Sicilia ha sbalordito con un incremento considerevole di turisti. Belle giornate, mare calmo e un caldo che non accenna a dar tregua.
Tra amori sulla spiaggia e flirt discotecari, chissà quanti cuori ha colpito Cupido e quanti ancora ne sta per colpire. Complice del divino Amore i baci rubati sulla pista da ballo, le chitarre davanti ai falò, le radioline sulla spiaggia – o meglio i telefonini – , le filodiffusioni. Dunque tanta, tanta musica.
Finora la descrizione di un’estate che anche quest’anno ha incoronato la sua regina musicale: il tormentone, oppure no? Sì perché sarà la crisi, sarà il caldo, ma corre voce che il tormentone non ci sia proprio stato.
Molte le canzoni che si sono avvicendate sulla passerella di questo ideale concorso: Not fair di Lily Allen, Poker face della sensual-tappetta Lady Ga Ga, Jay ho delle Pussycat Dolls, talune affacciatesi anche a estate inoltrata come She wolf della lupacchiotta Shakira o Nelly Furtado con Manos al aire (frutto della premiata ditta Furtado/Timbaland), per non parlare di Madonna che tar-Diva ha fatto uscire il suo Celebration solo il 3 agosto. Se sulle piste da ballo la lotta a suon di beat è nata tra When love takes over di David Guetta e La la song del tormentonista Bob Sinclair, mentre nel bel paese a contendersi la corona di reginetta musicale dell’estate sono stati i Negrita con Gioia infinita e i Zero Assoluto con Per dimenticare. Re e regine sì, ma di passaggi radiofonici, di vendite nessuna in fondo può meritare il nome di “tormentone”. Se per tormentone intendiamo quella canzone che è sempre in radio, che si inserisce nel cervello e che si canticchia in maniera ossessiva fino al detestarla, allora nessuna di queste reginette può aspirare a tale appellativo. La società in mutazione e i consumi potrebbero aver creato mini tormentoni per fascia d’utenza? Niente più canzoni generaliste cantate dal povero e dal ricco, davanti ad una pasta al forno sulla spiaggia o ad un’aragosta sullo yacht. Ad ognuno il suo motivetto?
Per quel che abbiamo potuto vedere il tormentone c’è stato anche quest’anno, certo molto sui generis, ma c’è stato. È partito in sordina, aggirandosi nei cuori e nelle coscienze. Da un dramma si è trasformato in un fenomeno di massa. Non si tratta di una canzone, ma di più brani appartenenti a periodi diversi ma sempre di una sola ed unica persona: Michael Jackson.
di Roberto Pagliarulo