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La concretezza delle parole in Niccolò Agliardi

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La concretezza delle parole in Niccolò Agliardi

Uno sguardo oltre le classifiche più blasonate andando alla scoperta del senso più profondo della musica

Non sempre la notorietà fila di pari passo col talento. Niccolò Agliardi ne è un esempio, e il fatto che vi stiate chiedendo chi sia la conferma. Cantautore milanese d’annata 1974 e abile paroliere dei nostri tempi, da sempre affascinato dall’arte della scrittura in musica, scrive da anni, spesso in sordina, testi per interpreti da copertina e più noti al pubblico come Laura Pausini o Eros Ramazzotti. “Io sono uno di quelli che si perdono nel pensiero del pensiero” è uno dei suoi motti di vita.

Fin dai tempi del liceo inizia a scrivere le sue prime canzoni; si laurea in Letteratura Italiana presso l’Università Statale di Milano con una tesi sui luoghi reali ed immaginari presenti nei testi di Francesco De Gregori: una prima orma su quella che sarà destinata a diventare la sua strada. È targato 2001 l’uscita del primo singolo “Fiammiferi” realizzato dopo un fortunato incontro con Niccolò Fabi a cui segue nel 2004 “Fratello Pop”, canzone che stazionerà per quattro mesi nella classifica dei cento brani più trasmessi dalle radio. Il 13 maggio 2005 esce il suo primo album dal titolo “1009 giorni” e sempre nello stesso anno diventa collaboratore della cattedra di Letteratura Italiana all’Università di Milano dove tiene lezioni sulla canzone d’autore. Il suo raggio d’azione valica i confini della musica: Niccolò diventa conduttore radiofonico, autore di un romanzo (“Ma la vita è un’altra cosa” scritto a quattro mani con Alessandro Cattelan) e anche protagonista a teatro di “Ostinati e contrari”: omaggio alla poetica di Fabrizio De Andrè. Il 2008 è un altro anno da ricordare sia per l’uscita del suo secondo album “Da casa a casa” che per il successo di “Invece no”, brano scritto per la Pausini aggiudicatosi la nomination ai Latin Grammy Awards come miglior canzone dell’anno. Arriviamo ai giorni nostri con “Non vale tutto”, terzo disco di inediti che include un duetto con Elisa e uno con Patrizia Laquidara; ad annunciarlo il video-reading de “L’ultimo giorno d’inverno”, un’originale performance del paroliere Agliardi. «Non vale tutto è – ancora prima del titolo del mio terzo disco – una semplice ma necessaria considerazione che ricordo a me stesso, tutti i giorni davanti alle scelte importanti – racconta il cantautore – tutto ha un prezzo ma ad alcune cose (e solo ad alcune) andrebbe dato anche un valore. Mi sono messo “al setaccio” e in questi tre anni, ho lasciato scivolare via quello che ritenevo di troppo e di inopportuno».

Se ci sia riuscito o meno si è percepito dal vivo, in un breve tour che ha varcato i confini della “sua” Milano arrivando a Cremona, Torino, Roma e Napoli. Ad ospitarlo nella capitale è stato l’Auditorium Parco della Musica dove, in un teatro studio intimo e accogliente e in compagnia di poche decine di adepti appassionati, ha cantato i brani dell’ultimo cd e ripercorso alcune delle tappe del suo percorso artistico indossando per ogni storia un cappello diverso. E così ama definirsi: «Sono un uomo di parole; così dicono di me. Sono un uomo di parola. Così mi piace pensare…».

di Teresa Gentile