Magre, anzi magrissime. Le nuove mamme e l’ultima frontiera dei disturbi alimentari
La prima fu, in ordine di apparizione, Victoria Beckam. La quale, in tempi non sospetti, durante la sua seguitissima gravidanza del 1999, ostentava un corpo filiforme e tonico, che non sembrava somigliare per nulla a quello di una normale donna incinta. Se non fosse stato per la pancia.
Poi toccò a Nicole Kidman e Angelina Jolie. Per ultima alla principessa Kate Middleton, tanto magra, da far sorgere addirittura il dubbio, nei più maligni, che entrambe le sue gravidanze fossero fasulle. E anche in casa nostra gli esempi non sono mancati. Al punto che i mass media hanno iniziato a parlare di pregorexia, un termine non propriamente scientifico, che nasce dall’unione dei vocaboli inglesi pregnancy e anorexia. A soffrirne sarebbero soprattutto donne che, in passato, hanno già sperimentato una qualche forma di disturbo alimentare, ma che, con la gravidanza, assistono, a volte impotenti, al ripresentarsi dei sintomi. Ossessioni circa la quantità e la qualità dei cibi, il numero delle calorie introdotte e il movimento fisico sono solo alcune delle paure che, sempre più di frequente, assillano le neomamme. Peccato che a restarne vittima siano pure quante, prima di allora, non abbiano mai vissuto problemi alimentari. In quest’ultimo caso la gravidanza rappresenterebbe una fase evolutiva particolare, in grado di far riaffiorare conflitti e timori, sino a quel momento rimasti nell’ombra.
Ma cosa si nasconde dietro l’irragionevole desiderio di non prendere peso durante i mesi di gestazione? In primo luogo il bisogno che tutto resti uguale, mentre tutto cambia. Compreso il proprio corpo. E poi un’insufficiente conoscenza dei meccanismi biologici che regolano l’appetito, la fame e la sazietà. Senza contare il ruolo, niente affatto trascurabile, dei modelli proposti dai mass media. In cui la maternità sembra esaurirsi in un ventre-feticcio sempre più esibito, anche attraverso i social network. In questo senso ha suscitato clamore la vicenda di Sarah Stage, giovane modella californiana, che ha affidato a Instagram i momenti più belli della sua gravidanza (e fin qui niente di straordinario), facendosi ritrarre in biancheria intima e con il pancione scolpito dagli addominali. Un insolito connubio, quello tra muscoli e morbidezze materne, che ha lasciato molti sbigottiti. A poche settimane dal parto la ragazza è di nuovo in splendida forma. Come se nulla fosse mai accaduto.
D’altra parte le raccomandazioni stesse dei ginecologi, certamente importanti, orientate a far sì che le neomamme non assumano chili superflui, si trasformano spesso, però, in un pericoloso boomerang. Sarebbe necessario, pure per i medici, acquisire una giusta cultura dell’alimentazione. Laddove il cibo non rappresenti solo nutrimento, bensì amore, premura e scambio. La dieta corretta, anche in questo caso, non è quella che priva il corpo del piacere del mangiare, ma che, al contrario, ne accresce le possibilità.
In un libro pubblicato negli Stati Uniti nel 2009, “Does This Pregnancy Make Me Look Fat? The Essential Guide to Loving Your Body Before and After Baby” (HCI Books), le due autrici, Claire Mysko e Magali Amadeï, hanno intervistato oltre quattrocento donne sull’argomento, scoprendo che ben l’80% di queste mostra preoccupazione per i cambiamenti di peso che l’attesa di un bambino porta con sé. Ma, dato ancor più allarmante, meno del 50% ne parla con qualcuno, e solo il 20% condividerebbe tali timori con il proprio medico. La paura di apparire una madre cattiva genera una cortina di silenzio a volte impenetrabile. Il senso di colpa fa il resto. E il ricorso, tutt’altro che infrequente, alla chirurgia estetica, a pochi mesi dal parto, scava solchi profondi all’interno della società. Come se un evento tanto naturale meritasse una rapida, quanto definitiva risoluzione. Almeno dal corpo.
di Michela Carrara