pornplacevr
pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
Arriva la Fiera del Fungo
Settembre 8, 2010
Medea Voci per Onna
Settembre 10, 2010
Show all

Venezia Cinema 2010: Et in terra pax

Et_In_Terra_PaxLa pace che non c’è

 

È stato presentato al Festival di Venezia il film Et in terra pax, dei giovani Matteo Botrugno e Daniele Coluccini. L’unica nota di pace presente nella pellicola è nel titolo, beffardo e provocatorio.

Botrugno e Coluccini dirigono infatti un film sulla violenza urbana, sul degrado e la degenerazione in un mondo – quello metropolitano – in cui l’ordine e la giustizia non sembrano essere cose terrene.

Fa ritorno nella “borgata” di Roma l’ex detenuto Marco (Maurizio Tesei), il quale dopo un primo momento di rifiuto torna nel giro malavitoso: convinto dagli amici Glauco (Simone Crisari) e Mauro (Riccardo Flammini), il ragazzo torna a spacciare droga. Nel frattempo, tre giovani sbandati trascorrono le loro giornate in reciproca compagnia e, soprattutto, in compagnia della droga. Quando sul loro percorso capita accidentalmente una tranquilla e pacata studentessa, si scatena improvvisamente un inferno di violenza e sangue.

Guardando Et in terra pax non si può fare a meno di pensare al disagio urbano, al degrado e alla deriva di una civiltà smarrita. Eppure, i registi dichiarano di non essersi voluti soffermare tanto su questo aspetto della vicenda, preferendo alle indagini sul degrado sociale quelle sulla psicologia dei personaggi. Piuttosto che sulle cause scatenanti della emarginazione, Et in terra pax vuole offrire una riflessione sulla ricerca di una direzione e di un percorso identitario. In questo, si può dire che l’intento sia solo parzialmente riuscito: per quanto i personaggi del film siano ben costruiti e delineati, non si può certo dire che spicchino per la loro caratterizzazione psicologica. Nessun tunnel conduce lo spettatore al centro delle vite interiori dei protagonisti: Et in terra pax è un efficace ritratto di uno spaccato spiacevole della vita di città (un ritratto reso ancora più convincente dal buon lavoro di fotografia) ma manca di quell’auspicata profondità psicologica. Così come manca di originalità, cedendo al rischio di confondersi con le molte altre pellicole prodotte dal cinema italiano – e non solo – incentrate su medesime tematiche.

 

di Silvestro Capurso