Torna la serie “politica” scandalosa e acuminta targata Netflix che dovrebbe cambiare il volto della fiction occidentale
Sangue e inganni. Dolorosi giochi di potere dentro, e soprattutto intorno, alla sala ovale. Intrighi, sesso, droga, infedeltà, moralità ambivalente, scalata alla vetta e danni collaterali. Spinta da star hollywoodiane acclamate quali Davide Fincher (regista del primo episodio) e Kevin Spacey (protagonsta e produttore esecutivo), e nata da un gruppo di sceneggiatori “novelli” per la tv, arriva su Sky la seconda stagione del fenomeno House of Cards, presentata in anteprima al Roma Fiction Fest insieme agli autori della fortunata serie.
Che secondo alcuni si prepara a rivoluzionare nei prossimi anni il modo stesso di concepire (e non solo guardare) la cosiddetta “fiction” televisiva. Creata dal drammaturgo Beau Willimon – già autore della pièce che ha ispirato il film “Le idi di marzo” di e con George Clooney – la serie è tratta dal romanzo “House of Cards” di Michael Dobbs e dalla serie TV britannica “House of Cards” (1990) di Andrew Davies. E progettata da Netflix, servizio di streaming online che offre prodotti televisivi on demand. Le prime due stagioni sono state ideate insieme, un unicum creativo che ha reso saldissimo il meccanismo di suspense che costruisce una trama priva di azioni eclatanti, ma fondata sul pathos delle reciproche complesse relazioni tra eprsonaggi. Una storia di storie sotterranee, imperniata sui ritmi claustrofobici e avvolgenti di un thriller ad incastri, fatto di doppi sensi e di danze di specchi, vicino alla tragedia greca che già l’ottimo dimenticato “Boss” con Kelsey Grammer aveva genialmente riformulato.
Il manipolatore carismatico e fulcro di House of cards è Frank Underwood (spacey), deputato del Partito Democratico al Crongresso degli USA. Nella prima stagione Frank viene tradito e sottovalutato dal Presidente neoeletto, del quale aveva sapientemente guidato la campagna elettorale, e si trova a combattere senza esclusione di colpi per una personalissima rivalsa dentro la Casa Bianca. Affiancato dalla moglie e da una giovane ambiziosa giornalista. Nella seconda stagione appena presentata in Italia, Frank arriva alla vicepresidenza e deve ingaggiare una nuova battaglia, affinché l’avviluppata rete di sotterfugi e crimini che lo hanno portato in alto non vengano svelati. Dall’omicidio di un cane investito ai discorsi direttamente rivolti al pubblico. Dalla profonda variabilità dei singoli personaggi, all’inesorabile vertigine psicologica e strategica delle loro trame. House of Cards tenta la scommessa di un dramma blindato e trascinante, con attori superbi e aggiramento del linguaggi monotoni della fiction, pur offrendo un prodotto “classico”. O meglio epico, come lo definirebbe la storica Giuliana Muscio, ospite alla presentazione della serie al Fiction Fest.
House of Cards. In scena va il Potere.
HOUSE OF CARDS II STAGIONE
CAST E CREDITS
Kevin Spacey / Francis “Frank” J. Underwood
Robin Wright / Claire Underwood
Kate Mara / Zoe Barnes
Michael Kelly / Doug Stamper
Sakina Jaffrey / Linda Vasquez
Kristen Connolly / Christina Gallagher
Sebastian Arcelus / Lucas Goodwin
Constance Zimmer / Janine Skorsky
Ideatore Beau Willimon
Tratto dal romanzo “House of Cards” di Michael Dobbs e dalla serie Tv britannica “House of Cards” (1990) di Andrew Davies
Produttori esecutivi Kevin Spacey, David Fincher, Eric Roth, Josh Donen, Dana Brunetti, Beau Willimon
Prodotto da Netflix
Distribuito da Netflix (in Italia da sky Atlantic)
di Sarah Panatta