pornplacevr
pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
A caccia di diplomi
Luglio 3, 2010
E c’è chi dice no al bavaglio
Luglio 4, 2010
Show all

Brotherhood. Una storia d'amore tra fratellanza e cameratismo

Fratellanza_-_BrotherhoodIl vincitore del III Festival Internazionale del Film di Roma esce in Italia in solo 20 copie. Poche, è vero, ma sufficienti (forse) a fare di Donato un grande, grandissimo poeta


Quasi in contemporanea con il Roma Pride (che si terrà nella capitale questo pomeriggio alle 16:30) arriva nelle sale cinematografiche Brotherhood, il film vincitore della scorsa edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, diretto dall’ esordiente italo-danese Nicolo Donato.

Dopo l’uscita del Brokeback Mountain di Ang Lee nel 2005, critica e pubblico si sono divisi a mo’ di spartiacque: c’era chi aveva intravisto nell’operato di Lee un sottotesto poetico e trasversale e chi, invece, aveva liquidato il film come una improbabile storia d’amore omosessuale tra due cowboy fin troppo mascolini.

L’arrivo di Brotherhood, invece, ha sortito reazioni insolite e piacevolmente inaspettate: vuoi per il substratum politico che sorregge l’intera pellicola, vuoi per le tematiche fin troppo (e tragicamente) contemporanee, c’è che il film di Donato è talmente poetico da rendere plausibile anche una storia d’amore estrema, come quella tra due neonazisti.

Brotherhood, tuttavia, è molto di più che una semplice storia d’amore. È un film che parla di giustizia, di voglia di libertà, di una realtà come la nostra così tristemente ingabbiata in tragici luoghi comuni e inquietanti clichè, quasi come se fosse ritornata al Neolitico. Un film che disorienta, che confonde, che smuove in qualche modo gli animi dello spettatore, al punto che è quasi impossibile comprendere da che parte stare, e se effettivamente i neonazisti siano così malvagi come vogliono apparire.

Brotherhood è un po’ una sineddoche della nostra società, così ricca di contraddizioni, così combattuta e divisa tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Sembra quasi che il nazismo e l’omosessualità siano un mero pretesto per raccontare qualcosa di più grande, come l’amore tra due individui, a prescindere dalla loro razza o dal loro ideale politico: il risultato è una elegante, sussurrata e per certi versi ammiccata storia d’amore tra due uomini qualunque, due individui qualunque, costretti a lottare con i luoghi comuni imposti da una società inaccettabile e ingiusta. Una società come la nostra, appunto.

 

di Luna Saracino