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Frank

Frank

Frank_movie_posterIn uscita il film in cui Fassbender c’è ma non si vede

Frank è l’ultimo film del regista Lenny Abrahamson, a tratti una commedia surreale a tratti un road movie paradossale. Presentato al Sundance Film Festival di Robert Redford, la storia si basa essenzialmente sull’esperienza autobiografica di Jon Ronson – per l’occasione nelle vesti di sceneggiatore del film – ex tastierista di Frank Sidebottom, alter ego del comico Christopher Sievey.

La storia prende le mosse dal personaggio di Jon (Domhnall Gleeson) un giovane impiegato con la passione-ossessione per la musica, che cerca, quasi spasmodicamente, in ogni cosa che vede intorno a sé, l’ispirazione per poter scrivere e comporre le sue canzoni. Ma, nonostante si impegni al massimo, non riesce quasi mai nell’impresa. Durante una di queste sue disperate passeggiate alla ricerca della musa perfetta, in riva al mare, assisterà al suicidio del tastierista di una band dal nome impronunciabile: i Soronprfbs. Proprio per l’occasione, conoscerà il carismatico leader della Band, Frank (Michael Fassbender che per il 99% del film indossa l’inquietante maschera di cartapesta). Frank è un’artista che nutre una profondissima forma di idiosincrasia nei confronti del mondo e, soprattutto, della musica che lo circonda e per questo protegge se stesso con la sua maschera. Nonostante ciò, il suo personaggio è profondamente propositivo e stimolante e proprio per questo Jon intraprenderà il suo paradossale viaggio con questo alienato gruppo di personaggi.

Indubbiamente Frank catalizza su di sé una serie infinita di significati e metafore; potrebbe rappresentare la musica indipendente e non; il desiderio profondo di un’artista che ricerca la sua forma di verità e vuole propagandarla ad un pubblico (meglio se elitario); il mito del genio e sregolatezza, il limite infinitesimale tra l’intelletto e la pazzia; il ruolo alienante e sin troppo spesso preponderante dei social network che definiscono e sanciscono il successo o il fallimento di un evento o di un genere.

Tutto ciò è rappresentato splendidamente; il film è uno sciorinarsi di scene, battute, immagini completamente non-sense. Va’ visto con la consapevolezza che ad ogni domanda non corrisponderà nessuna risposta; se vi piacciono le storie paradossali e senza senso alcuno, questo è indubbiamente il film che fa per voi.

Una piccola nota al Fassbender della situazione: consigliata, ovviamente, la visione in lingua originale visto che l’attore riesce – nonostante praticamente non gli si veda quasi mai la faccia – a catalizzare tutta l’attenzione su di sé; vuoi con la sua voce, vuoi anche con il semplice movimento di una mano. Un’interpretazione straordinaria, probabilmente anche l’unica nota intonata di questo film; non che avessimo dubbi..

di Francesca Casella