
La dichiarata incostituzionale legge sulle disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello stato, è ormai una star. Digitando lodo Alfano su Google vi sono ben 447.000 risultati disponibili, ad oggi.
Lo stesso motore di ricerca, ne offre altre centinaia di migliaia correlando il lodo ad altre voci come “testo” o “corte costituzionale”. Niente male se si pensa che i risultati per Ilary Blasi contano “solamente” 330.000 unità. Humour a parte, la bocciatura della Corte Costituzionale del 7 ottobre 2009 ha avuto una risonanza mondiale. Per Philippe Ridet, corrispondente in Italia per
Le Monde, si tratta di una decisione coerente dal punto di vista della Costituzione e lo stesso giorno,
Le Figaro titola: “
Berlusconi perde il suo scudo giudiziario”. Lo
Spiegel di Amburgo, il settimanale tedesco di maggiore tiratura, parla di una “
sconfitta per Silvio”; ricordando le vecchie accuse a suo carico per i presunti pagamenti a scopo corruttivo effettuati al suo ex avvocato David Mills negli anni Novanta. Il quotidiano britannico The Times definisce la bocciatura del lodo come la “
forse più grande battuta d’arresto alla sua lunga carriera”, anche il
New York Times non sembra provare “compassione” per Berlusconi, introducendolo come “l
’idiosincratico miliardario che ha dominato gran parte dell’attualità italiana dal 1994”. Per una gran fetta della stampa estera, la scelta di bocciare il lodo Alfano per violazione del principio di eguaglianza dei cittadini, non sarebbe stata una cattiva idea. Il quotidiano argentino
Clarìn parla di un “
golpe a Berlusconi: gli tolgono l’immunità e potranno processarlo” ed il
TOI, Times of India, cinque giorni dopo la bocciatura, scrive di un “
Berlo” alla ricerca di riforme giuridiche per sottrarsi alla Corte. Tempi duri per il Primo Ministro che si dice “
l’uomo politico più perseguitato di tutta la Storia, di tutte le epoche del mondo, con 2500 udienze”. Il famigerato
lapsus, circa i soldi spesi per le spese legali, non va certo in suo aiuto, diventando nuova linfa all’ormai collaudato organismo della satira in suo onore. Dal Quirinale, nel frattempo, giungono in fretta voci di smentita circa eventuali patti stipulati su leggi la cui attuazione spetta a procedure legislative e non accordi informali. Quel che è certo è che l’Italia, martoriata da una crisi economica ben precedente a quella “ufficialmente” scoppiata circa un anno fa, non ne esce certo a testa alta fra i banchi dei suoi colleghi europei e mondiali. Un paese perennemente legato all’approssimazione che manca di serietà e non garantisce una “sicurezza” di base ai suoi cittadini. Cervelli in fuga, laureati in fuga e forse chissà, se anche qualche politico se la darà a gambe levate…
di Giada Martinucci