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Vanni Codeluppi: Tutti divi. Vivere in vetrina

Tutti_Divi_-_Vanni_Codeluppi_-_LaterzaL’analisi del divismo contemporaneo e delle sue ripercussioni sulla nostra società

Il divismo è un fenomeno nato nei primi anni del secolo scorso, ad Hollywood, quando i primi attori del cinema americano, venivano quasi venerati, come fossero antiche divinità greche.

Oggi, il divismo è un fenomeno ancora di grande attualità ma, c’è da notare che esso ha perso alcune delle connotazioni dei primi anni del ‘900, per fare largo ad aspetti più mercificati.
A tal proposito, il pubblicitario Vanni Codeluppi analizza i vip del Duemila, i nuovi divi che, al contrario di quelli passati, non sono eretti su un piedistallo irraggiungibile ma, vivono intorno a noi e diventano un modello di vita da imitare.
L’unica differenza tra i vip e noi, comuni mortali, è che i personaggi più famosi del momento vivono costantemente in vetrina e mettono a disposizione dei media la loro vita privata, in cambio di notorietà e maggiori ruoli da ricoprire nel mondo dello spettacolo. Eppure, anche l’ostentazione della vita privata viene presa a modello di quanti, per attrazione, identificazione o altro, diventano fan delle Very Important Person.
Ce lo dimostra Vanni Codeluppi con Tutti divi. Vivere in vetrina, pubblicato dalla casa editrice Laterza. Un’analisi del divismo contemporaneo che indaga la cause e le conseguenze del gossip, un fenomeno sempre più dilagante nella nostra società che ci dà la sensazione di partecipare in maniera attiva alla vita quotidiana dei vip.
Ma cosa fa di un attore, di un conduttore, di un artista o di una subrette un divo? Codeluppi chiama in causa il pubblicitario francese Jaques Séguéla, il quale ha definito il corpo, il carattere e lo stile, gli aspetti da considerare nella definizione di un divo. Corpo, carattere e stile che si coniughino perfettamente al punto da elevarsi a modello imitativo, talvolta, anche contro la propria volontà o le proprie aspettative.
Questo è quanto accade al cantautore italiano Ligabue che, nonostante si sia sempre messo all’ombra dei riflettori dei rotocalchi, è diventato un vero e proprio divo.
Infatti, sembrerebbe che i testi del cantautore emiliano offrono al suo pubblico entrano nel privato di ogni suo fan e, perciò, offrono una porta d’accesso all’identificazione tra Ligabue e il suo pubblico. Così, Luciano Ligabue incarna, non volendo, il mito del divismo: ma la sua particolarità sta nel fatto di essere divo in prima persona e fan di altri divi, quelli di serie A, i musicisti americani ai quali la sua musica è ispirata.
Infine, in Tutti divi Codeluppi mette in risalto la similarità tra un divo e un marchio: dietro il marchio si nasconde uno status con cui identificarsi, un modo di essere e uno stile di vita. Il marchio è il risultato di strategie che mirano ad aumentarne le vendite e, alla sua stregua, anche un divo è il risultato di un insieme di strategie che mirano ad esaltare il modo di essere di un personaggio. Per vendere un modus vivendi, per aumentare i profitti del suo lavoro.

di Maria Sara De Marco

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine