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Oriolo Romano. Alta partecipazione al Muso Music Festival

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Oriolo Romano. Alta partecipazione al Muso Music Festival

MUSO-1Ritmo, divertimento, cultura, ottima musica e buon cibo apprezzato da tutti descrivono una dodicesima edizione vincente del Muso

Ed anche l’edizione 2014 del Muso Festival, appuntamento fisso ad Oriolo Romano, è stata archiviata. Soddisfatti gli organizzatori, nonostante la fatica per allestire stand, palco e tutto il resto. E nonostante il poco sonno… ma questo vale anche per i cittadini. La musica ha inondato la piazza e tutto il paese ben oltre la mezzanotte, con un’alta partecipazione che ha ripagato di tutti gli sforzi. E pure sulla qualità della musica nessuna messa in discussione, nonostante a volte siano stati generi molto atipici. Per chi non avesse potuto partecipare, lo staff ha tenuto sempre viva la pagina FB, postando in continuazione foto di ogni serata, con commenti e notizie. Diffuso l’orgoglio per la riapertura del parco di Villa Altieri, ma soprattutto per il successo dell’enogastronomia. Ed in particolare del cibo, che quasi tutti i gruppi hanno giudicato ottimo. E così, trovando la carica giusta, si sono scatenati, animando il pubblico e facendolo scatenare. Il Ritmo è sicuramente la parola che più ha caratterizzato le tre serate. Una musica martellante, resa ancora più incessante dalle chitarre. E poi i colori delle luci, il divertimento, soprattutto con Adriano Bono e the reggae circus, che con giochi ha vivacizzato la serata in piazza interagendo molto col pubblico. Ma anche impegno sociale, nel raccontare il malessere, giovanile e non solo, i problemi vissuti e visti con gli occhi della sensibilità artistica e musicale, anche in maniera più anti-convenzionale come hanno fatto con “La pasticca blu” i Management del dolore post-operatorio. Narrando la voglia di andare via, in una società alla deriva, in cui non ci si riconosce più e la fuga sembra l’unica soluzione per trovare un futuro, come fanno i Kutso con “Questa società” o Il Movimento con “Niente da difendere”. Quasi come a fermare il tempo con la musica per arrestare questo processo autodistruttivo, andando contro quel “Non c’è più tempo”, che dà il titolo a un brano de Il Movimento. E cercando di porre fine con la musica appunto a quell’ “Indifferentia” che tanto gridano i membri de Il Movimento. Piuttosto che indifferenza, gridare la forza della musica, con tutti i generi musicali, non solo il rock. Anche con l’inglese dei Sadside Project. Ed è stato interessante vedere l’attaccamento dei cantanti alla manifestazione, esprimendo chiaramente la volontà di ritornare il prossimo anno. Ed è questo che ne fa il successo, permettendo che un tale evento possa arrivare alla dodicesima edizione ed essere patrocinato dal Comune (non sono mancati i saluti del sindaco Graziella Lombi), ed avere quali media partner Radio Popolare Roma e la web radio Radiorock.to– The Original. Per loro l’obiettivo è offrire un valido spettacolo, almeno alla pari di big della musica. E ci riescono, spesso, unendo l’originalità di una specificità singolare propria all’esempio di interferenze di stimoli e di ispirazioni esterne più classiche e comuni. Ci è sembrato, infatti, di trovare qualcosa di simile a Le Perturbazioni in Adriano Bono e the reggae circus, la stessa capacità di sorridere con l’autoironia, di raccontare sentimenti con genuinità, semplicità e spontaneità, con un romanticismo velato e mai esagerato. Oppure netta l’influenza che ha Fabrizio Moro sui Kutso, con cui hanno cantato già in passato all’Atlantico di Roma, sia nell’ottobre del 2012 che nel maggio 2013 in occasione di un concerto per i 29 anni di Radio Rock. Tra l’altro il rock nel comprensorio sabatino e ad Oriolo è sempre vincente (molti i giovani che scelgono questa strada per farsi largo nella musica); poi Fabrizio Moro stesso si esibì nel 2010 a Canale Monterano, facendo il tutto esaurito. E, curiosità, quest’anno stesso suonava in contemporanea (il 18 luglio), la stessa serata che si sono esibiti i Kutso, proprio al Rock in Romal (a Roma all’Ippodromo di Capannelle) dove hanno cantato insieme. Oppure il gruppo de Le Mura che ricorda molto i primi Bluvertigo.

Quest’anno, poi, l’atmosfera è stata resa più fruibile dalla clemenza del tempo (il maltempo è arrivato dal giorno dopo quello conclusivo); lo scorso anno, invece, un temporale improvviso aveva quasi messo a repentaglio una serata. Infine, nota positiva, l’alta affluenza (più dello scorso anno), allo stand del fumetto (organizzato in collaborazione con l’Associazione ludico culturale di Bracciano Gilda Del Drago Nero, come nel 2013), con presenti:Francesco Lo Storto, Valentina Zeppa e Fabio Mantovani. E quella confermata alla libreria allestita per l’occasione, ribadendo il successo dello scorso anno, per un incentivo alla diffusione e alla promozione della cultura che non dispiace. Anche la musica d’altronde è (soprattutto) cultura, racconta storie di vita vera come i libri e si nutre dello stesso elemento fondamentale: le parole per trasmettere e descrivere emozioni e sentimenti.

 di Barbara Conti