Lo stile di Smulyan incontra la creatività di Riccardo Fassi
Questa sera la Fonderia delle Arti inaugura una nuova stagione dedicata alla musica dal vivo e lo fa presentando un duo di musicisti jazz tanto talentuosi quanto eclettici.
Si tratta di Gary Smulyan, uno dei più importanti specialisti del sax baritono al mondo, e dell’italiano Riccardo Fassi, pianista fra i più interessanti del momento. Un duo, il cui primo incontro risale al 1988, anno a partire dal quale sono poi nate una serie di collaborazioni incrociate.
Gary Smulyan, il cui stile trova le sue radici nella grande tradizione di Pepper Adams, Serge Chaloff e Harr Carney, ha infatti collaborato con la Mel Lewis Orchestra, Woody Herman, Carla Bley, Joe Lovano e Dave Holland.
Riccardo Fassi, invece, creatore della Tankio Band, ha preso parte ad altri notevoli progetti come il recente quartetto con Steve Lacy e le collaborazioni con grandi come Adam Nussbaum,Tim Berne, Larry Schneyder, David Fiuczynski, Butch Morris , Steve Grossman, Lew Tabakin. La Fonderia, struttura diretta da
Maurizio Boca e
Giampiero Ingrassia, ospita quindi una serata in cui saranno esplorate tutte le sonorità del jazz contemporaneo. La prima parte dell’evento sarà dedicata all’esibizione del duo, che suonerà alcuni fra i brani meno noti e più interessanti di TheloniousRiccardo_Fassi Monk, da cui il nome del progetto
Two for Monk. Una scelta musicale

unica, in cui le sonorità del sax incontreranno quelle del piano esprimendo una nuova ed originale chiave di lettura di queste composizioni. Successivamente sarà la volta della
Fonderia delle Arti Big Band, che accompagnerà il duo per il resto della serata, e sarà diretta dal Maestro Roberto Coltellacci, musicista di grande esperienza che ha già avuto modo di collaborare con artisti di alto livello come: Ennio Morricone, Nicola Piovani, Louis Bacalov, Michael Bolton, Loredana Bertè, Mia Martini ed Amii Stewart. La band, invece, composta da giovani talenti affiancati da musicisti di pluriennale esperienza, spazierà dallo swing al latin jazz, dal funky al pop, senza allontanarsi tuttavia dall’impostazione orchestrale jazzistica.
di Cristina Columpsi