L’inno del movimento glam
“La celebrità non serve assolutamente a niente, è solo un impedimento per tutto quello che vuoi fare. Avrei voluto fare tutto ciò che ho fatto ed essere completamente senza volto.” (David Bowie)
Di volti invece ne ha avuti molti il Duca Bianco: è stato uno, nessuno e centomila. David Bowie è un genio camaleontico che ha alle sue spalle quarant’anni di carriera all’insegna delle metamorfosi, delle sperimentazioni, degli eccessi, del glam. E’ stato anche uno dei primi musicisti ad allargare gli orizzonti del rock aprendolo alle contaminazioni con il teatro, la danza, il cinema, il fumetto e le arti visive. Era il 1974 quando scrisse “Rebel Rebel”, la canzone-icona dei movimenti giovanili e inno del movimento glam, nonché uno dei pezzi più riusciti del cantante. Eppure, strano ma vero, il solo punto forte di questo brano è il riff di chitarra che ti entra facilmente nella testa e nella pelle. David Bowie infatti aveva scritto il riff di “Rebel Rebel” e sapeva che il più era fatto. Per completare l’opera cercava un testo che potesse rappresentare una generazione, o meglio, che fosse l’inno di un movimento, un inno glam. Il Duca Bianco cercava una canzone che ne racchiudesse lo spirito prima del suo addio: di lì a poco infatti si sarebbe avventurato per altri sentieri musicali. Trovò le parole giuste. Il testo racconta la storia di una ragazzo che si ribella a sua madre la quale non capisce se suo figlio è un ragazzo o una ragazza perché ama indossare abiti femminili. Il giovane ribelle desidera semplicemente vivere la sua vita come meglio crede. Stilisticamente la canzone è caratterizzata da una forte influenza stoniana: l’interpretazione vocale di Bowie è in puro stile Mick Jagger e anche il noto riff di chitarra, che il giornalista Kris Needs ha descritto come un classico “stick-in-the-head” stile “Satisfaction”, ha una struttura tipica dei Rolling Stones di metà anni sessanta. “Rebel rebel” è stata pubblicata come singolo il 15 febbraio 1974 con “Queen Bitch” come lato B, due mesi prima dell’lp “Diamond Dogs” di cui avrebbe fatto parte. Definito da Bowie “il primo album interamente registrato sotto l’influenza della cocaina”, nasce da caotiche session con l’ingegnere del suono, Keith Harwood. Benché il disco abbia conquistato la prima posizione nel Regno Unito e la quinta negli Stati Uniti, è stato criticato per i suoni duri e il tema pretenzioso e subito dopo riscattato da uno stupefacente tour, disegnato da Jules Fisher. “Diamond dogs” è l’ultimo respiro del movimento Glam-Bowie la cui unica regola era il perseguimento dell’eccesso: “You’ve torn your dress, your face is a mess. You can’t get enough, but enough ain’t the test…”.
di Pamela Mariano
– leggi anche:
– Rebel Rebel – David Bowie
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