Strano a dirsi ma anche nel presente, a volte, avvengono dei veri miracoli. E se poi uno di questi coincide con un disco di debutto beh… allora ci troviamo di fronte a un fenomeno della natura: è successo nel 2008 ai
MGMT che, con
Oracular Spectacular, ci hanno dato un degno saggio delle potenzialità della
neo-psichedelia, coniando uno stile originale che non rinuncia alla potenza del
rock, agli elementi provenienti dal mondo
electro e neanche ritornelli orecchiabili della musica
pop. Quando ascolti pezzi come
Kids o
4th Dimensional Transition, ti riesce davvero difficile pensare che ci si possa spingere oltre e le aspettative nei confronti di un eventuale sequel diventano eccessive. Proprio per questo non sapevamo come affrontare
Congratulations, ultima fatica del del duo newyorkese composto da
Ben Goldwasser e
Andrew VanWyngarden. Già il titolo suona canzonatorio e la prima cosa che viene da chiedersi è se le “congratulazioni” le meritino sul serio. C’è da dire che
Congratulations non è, e probabilmente non vuole essere, il “figlio naturale” di
Oracular Spectacular, anzi tutt’altro: è un “ritorno alle origini”, alla musica degli anni Sessanta e Settanta, a quelle radici a cui i
MGMT sentono di appartenere. Ascoltando l’apripista
It’s Working è impossibile non pensare ai
Beach Boys ma ci sentirete anche i primi
Pink Floyd, così come in
Song For Dan Treacy (quest’ultima sorprendentemente melodica anche senza un ritornello vero e proprio). Nel caso poi vi venisse nostalgia dei
Beatles, provate ad ascoltare
Flash Delirium e, soprattutto
Siberian Breaks, 12 minuti infarciti di cambi di tempo e d’atmosfera che ricordano i “Fab 4” di fine anni ’60. Meritano una segnalazione anche il divertentissimo omaggio (a)
Brian Eno, un brano scanzonato che si muove in direzione
new wave e la title-track
Congratulations che chiude l’album in maniera soft ma facendo del sarcasmo: è probabile che in questo pezzo i MGMT vogliano fare dell’ironia sul proprio successo. C’è da dire che lo stile retrò esplorato dal duo newyorkese in questo disco, non è qualcosa di radicalmente nuovo: canzoni come queste c’erano anche in
Oracular Spectacular, ma “sparivano” al cospetto di brani da classifica come
Electric Feel. Ecco, forse lo scopo di
Congratulations è proprio questo: dare più spazio a quest’
indie rock d’altri tempi a cui, presi dall’entusiasmo della novità, non abbiamo dato la giusta importanza. Avrete bisogno di ascoltarlo più di una volta, ma siamo pronti a scommettere che alla fine lo amerete.
di Lucia Gerbino