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Le verità nascoste sull’attentato a Wojtyla

3_spari_papaIl giudice istruttore Martella, che per quasi tre anni indagò sull’attentato del 13 maggio 1981, ricostruisce quella che secondo la sua esperienza, è l’ipotesi tuttora più realistica

 

“Fine pena mai”: era la frase riportata sul fascicolo riguardante il cittadino turco Mehmet Ali Ağca.

Il suo nome sarebbe stato per sempre legato alla data del 13 maggio 1981, giorno in cui in una piazza San Pietro gremita di gente Papa Wojtyla fu vittima di un attentato, cadendo sotto i colpi di pistola dello stesso Ağca.  Qualcosa di quell’avvenimento, ripreso dalle televisioni di tutto il mondo, è rimasto sconosciuto, o avvolto nella nebbia delle cose che si sanno, ma non sono verità ufficiali.

Il libro di Ilario Martella, giudice istruttore al processo per l’attentato a Giovanni Paolo II, ricostruisce invece, con la forza dell’evidenza documentale e dell’esperienza diretta, lo scenario in cui è maturato l’attentato, che fu frutto, secondo il magistrato,  non di un singolo fanatico, ma di un vero intrigo internazionale.

Appena arrestato, Ağca negò prima di aver sparato e quando poi ammise di aver colpito il Papa, aggiunse in un inglese approssimativo “Only”, intendendo dire di aver agito da solo. Il giudice Martella sottolinea però che quell’inglese stentato di Ağca era debole quanto la sua tesi: “Quindici testimoni – spiega l’autore del libro- raccontarono che gli spari in piazza San Pietro furono tre. E’ accertato che dalla pistola di Ağca partirono solo due colpi  Il terzo? Ağca dichiarò inizialmente di aver agito da solo, nella piazza gremita di fedeli, ma tutto fa ritenere che vi fosse un complice che si dileguò tra la folla”.

Tesi supportata anche da una fotografia scattata da un giornalista americano che il 13 maggio 1981 si trovava in piazza San Pietro nel momento dell’attentato, che ritrae un giovane di spalle, pistola in mano, che si dà alla fuga dopo gli spari.

Incaricato dalla Procura generale di indagare sull’esistenza di un complotto internazionale, secondo quanto emerso nel processo per direttissima ad Ali Ağca, per quasi tre anni, dal 6 novembre 1981 al 26 ottobre 1984, il giudice istruttore Martella ha indagato sull’attentato a Giovanni Paolo II, sulle tracce di un’altra verità, interrogando, con non poche difficoltà Ağca,  in un continuo di rivelazioni e ritrattazioni. “Non lo sapevo né lo immaginavo, ma da quel giorno niente sarebbe più stato come prima – afferma il giudice -. Mi stavo accingendo a scrivere un pezzo di storia, con il rischio di divenirne io stesso involontariamente parte”.

Le accuse si rivolsero quindi, anche contro i bulgari Serghei Antonov, Theodor Ajvazov, cassiere dell’ ambasciata, e Vassilev Kolev, segretario dell’ addetto militare.   Insieme a loro, furono rinviati a giudizio quattro turchi: il trafficante Bekir Celenk,  Cedar Celebi, presidente di un’ associazione di emigrati turchi in Germania; Omar Bagci, colui che avrebbe consegnato la pistola per l’ attentato al papa e infine Oral Celik che sarebbe stato presente in piazza San Pietro. Il processo tuttavia si concluse con l’assoluzione  dei sette presunti complici  per insufficienza di prove. Assoluzione che non impedisce però, secondo Martella, di continuare a sostenere la fondatezza della pista bulgara, ritenuta a tutt’oggi come la più realistica.

Al di là della verità giudiziaria,  quel che emerge dalle migliaia di pagine degli atti coinvolge organizzazioni terroristiche turche e individua la matrice bulgara dell’attentato e inquietanti legami con la scomparsa di Emanuela Orlandi.

Il libro di Martella, che è innanzitutto una preziosa testimonianza storica, fornisce una ricostruzione dettagliata e autorevole della vicenda, con le risultanze delle tre inchieste che si sono avvicendate,  le ulteriori prove emerse nel tempo e il ritratto dei protagonisti di quell’episodio cruciale per il destino dei Paesi del blocco sovietico e per lo stesso Occidente.

 

L’AUTORE – Ilario Martella è magistrato dal 1965. Quale sostituto procuratore della Repubblica di Roma (dal 1973 al 1978) e giudice istruttore presso il Tribunale di Roma (dal 1978 al 1990), si è occupato, tra l’altro, di terrorismo, criminalità organizzata, sequestri di persona e reati contro la pubblica amministrazione. Come PM ha trattato l’«affare Lockeed» e, in qualità di giudice istruttore, l’attentato al Papa Giovanni Paolo II. Ha svolto, quindi, funzioni di magistrato della Corte di cassazione, interessandosi in particolare di reati contro la Pubblica amministrazione. Attualmente è presidente onorario aggiunto della Corte di cassazione.

 

 

Titolo: “13 maggio ’81:tre spari contro il Papa”

Autore: Ilario Martella

Editore: Ponte alle Grazie

Pagine: 250

Prezzo: 14 euro

 

di Angelina Di Fronzo

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine