Dallo sceneggiatore e dai produttori di Funeral Party, una commedia fricchettona e sboccata, per una furbissima “collisione di mondi”
Quali manifestazioni horror potrebbero mai materializzarsi se i migliori amici bamboccioni e scoppiati, molto fumati, del giovincello presto sposo si trasformano in “qualche testimone” (a few best men) fuori controllo? Soltanto un addobbo-pianeta assassino, turbe depressive da “dirupo”, montoni en travesti, spacciatori depravatamente sensibili, biglietti da visita razzisti, ipotizzate sodomie, ovuli di cocaina “defecati”, teste di bambole assassine come copri divano, suocere in overdose erotomane, esplorazioni intestinali ovine, ricerche a tappeto per arieti scomparsi.
Una bufera di guai in pieno sole australiano, un pizzico di umorismo british-avvelenato post coloniale (nel discorso nuziale “anale” già culto pronunciato da un generoso, impagabile Kevin Bishop/Graham), tre attori in piena forma. Gli ingredienti di spicco per la torta/scherzo nuziale partorita dalla mente di Stephan Elliot. Interessante regista eterodosso del piccolo gioiello d’esordio Scherzi maligni (Gb 1993, con un inedito Phil Collins attore) e del claunesco e acuto road movie, glassato di lustrini e ironia trans gender, Priscilla. La regina del deserto (1994, con un geniale Terence Stamp), ma anche del sottovalutato thriller depalmiano The eye (1999, con Ewan McGregor), Elliott si fa prendere la mano con una pellicola più tipicamente slapstick. Con gag fisiche putrido-grottesche a ripetizione, talvolta monotone, e alcune battute ad effetto in una rete di dialoghi da scenetta vagamente sfilacciati, che “cadono” spesso a vuoto. Un ritorno commerciale anche se immancabilmente divertente per Elliott, che dietro la macchina da presa è “nato” in tenera adolescenza filmando da dilettante decine e decine di nauseanti matrimoni. Tre uomini e una pecora ha dalla sua l’esperienza di uno splendido cast melting pot, con star e ottime promesse sia del cinema/teatro inglese che australiano. Su tutti il già citato Kevin Bishop, il compare-canaglia stratega Kris Marshall (inevitabile Tom) e il padre della sposa, il controllato/infiammato Jonathan Biggins, famoso attore australiano di scatenata satira politica, qui, in tempistico capovolgimento, un senatore carrierista in pensionamento segreto. Bella sorpresa la rediviva Olivia Newton-John, madre della sposa in crisi personale e coniugale capace di appendersi ai lampadari del tendone dei festeggiamenti in piena scarica adrenalina da (abbondante) sniffata. Al centro, tra un equivoco animalesco performante e l’altro, il ricevimento di nozze del protagonista David (Xavier Samuels) in trasferta londinese-australiana per convolare a nuova vita con la zuccherosa Mia (Laura Brent). Il furto accidentale della borsa dei tesori di uno spacciatore complessato (il fantastico Steve Le Marquand) e la notte “da pecore” di un dimenticato addio al celibato, catapultano l’ignaro David e il gregge spiumato dei suoi amici strampalati in un turbine senza fine di catastrofi. Il montone di famiglia “Ramsy” è ciliegina drag queen e pietra dello scandalo.
Qualche frecciatina al conservatorismo australiano e agli stereotipi inglesi, con una strizzata d’occhio meta cinematografica (la vera perla) al cruento Wolf creek, e lo sfacciato wedding plan di Stephan Elliott & compagnia è servito.
TITOLO E CREDITS
Tre uomini e una pecora
T.O. A few best men
Di Stephan Elliott
Con Xavier Samuels, Kris Marshall, Kevin Bishop, Laura Brent, Olivia Newton-John
Sceneggiatura Dean Craig
Fotografia Stephen Windon
Montaggio Sue Blainey
Musiche Guy Gross
Produzione Parabolic Pictures, Stable Way Entertainment
Distribuzione Lucky Red
Australia/Gb 2011
Colore 97’
Uscita 10 febbraio 2012
di Sarah Panatta