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Venezia Cinema 2010: Barney’s version

Barneys_Version

La versione dei fatti di un piccolo eroe contemporaneo

 

Quando il suo peggior nemico decide di pubblicare un libro sul suo conto, svelando gli aspetti più oscuri della sua vita, Barney Panofsky (Paul Giamatti) inizia a raccontare la sua versione dei fatti. È così che si spiega il racconto di una vita, che si snoda nelle due ore e dodici minuti che compongono il riuscitissimo Barney’s version.

Scritto da Michael Konyves e diretto dal regista Richard J. Lewis, il film è tratto dall’omonimo romanzo che Mordecai Richler pubblicò nel 1997 e che ha venduto sino ad oggi circa 350.000 copie, incantando moltissimi lettori con la storia di un insolito eroe contemporaneo.

Il film ripercorre ben quarant’anni della vita del protagonista, vissuto tra l’Europa e l’America, anni scanditi da tre matrimoni e molti episodi di vita personale. Dal matrimonio con Clara (Rachelle Lefevre) a quello con la logorroica “principessa ebrea” (Minnie Driver), fino ad arrivare a quello con il vero grande amore della sua vita, Miriam (Rosamund Pike), la vita di Barney sembra essere un susseguirsi di insuccessi e mediocrità. A questi, si aggiunga il rapporto di amore e odio con l’amico Boogie (Scott Speedman) – per la cui morte Barney risulta il principale indagato – e un padre chiassoso e pittoresco, interpretato da un irresistibile e bravissimo Dustin Hoffman.

Il risultato potrebbe sembrare quello di una vita assolutamente sprecata, come la definisce il protagonista stesso, ma che in realtà nasconde piccole perle di bontà e generosità, indimenticabili amori, abissi emotivi.

La versione dei fatti raccontata da Barney permette di svelare a poco a poco un eroe che da negativo si rivela essere semplicemente umano, come tutti gli spettatori seduti in sala, che non possono evitare di commuoversi per la sua storia e provarne tenerezza. Sempre col sorriso sulle labbra: Barney’s version è infatti un’opera molto ironica e arguta, che non stanca mai e trascina il pubblico in una narrazione perfettamente riuscita ed efficace, frutto di una sceneggiatura impeccabile e di un buon lavoro di regia.

Presentato alla sessantasettesima edizione del Festival di Venezia, concorre all’assegnazione del Leone d’oro.

 

di Silvestro Capurso

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine