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Romacinemafest 2011: TinTin ultimo capolavoro 3D

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Romacinemafest 2011: TinTin ultimo capolavoro 3D

Presentato nella sezione Alice nella città l’ultima fatica di un duo tutto nuovo, Spielberg-Jackson, che promette più che bene

Nel 1929, un illustratore belga di 21 anni disegnò un nuovo fumetto che aveva come protagonista un giovane reporter e il suo fox terrier bianco che viaggiavano in Unione Sovietica. Il fumetto, conosciuto come TinTin, ebbe un immediato successo di pubblico, ma il suo autore Georges Remi, in arte Hergè non poteva prevedere quanto sarebbe durata l’avventura in cui si stava imbarcando il suo personaggio.

Cinquant’anni e due dozzini di libri dopo, tradotti in ben 80 lingue, con 350 milioni di copie vendute, TinTin ora arriva anche nei cinema, in 3D e con una grafica e un carattere che rispettano appieno quello che è lo stile del fumetto originale.

E a decidere di dar vita a questo personaggio di “carta” sono stati due registi famosissimi in tutto il mondo per i loro film e vincitori di Premi Oscar: Steven Spielberg e Peter Jackson, due divinità che non hanno bisogno di alcuna presentazione.

Il film racconta la storia del giovane e curioso reporter TinTin (Jamie Bell) e del suo fedele cane Molou che scoprono il modellino di una nave che nasconde un segreto esplosivo. Coinvolto in un mistero vecchio di secoli, TinTin si ritrova al centro dell’interesse di Ivan Sakharine (Daniel Craig), un diabolico cattivo convinto che abbia rubato un tesoro inestimabile legato a un perfido pirata, Red Rackham. Ma con l’aiuto del suo cane Milou, dell’arguto e irascibile Capitan Haddock (Andy Serkis) e dei detectives pasticcioni Thomson e Thompson (Simon Pegg e Nick Frost), TinTin si ritroverà a viaggiare in mezzo mondo, a dover superare in astuzia e in velocità i suoi nemici in un inseguimento mozzafiato alla ricerca dell’Unicorno, una nave naufragata che forse nasconde la chiave di un’immensa fortuna..

Il film è interamente girato in 3D con attori reali, le quali performance sono state catturate con la Motion Capture di ultimissima generazione. Questo processo, infatti, a differenza delle precedenti esperienze, piuttosto che svolgersi in un teatro di posa, ha preso forma nella Volume (un teatro bianco e grigio, dove si arriva ad avere anche 100 macchine da presa montate su una griglia fissata al soffitto, con una copertura a 360 gradi, in grado di rendere lo spazio tridimensionale. Nel Volume tutti gli attori (e le attrezzature e gli arredi presenti nell’inquadratura) hanno attaccati al corpo dei sensori riflettenti che vengono catturati dalle macchine da presa in meno di 1/60 di secondo e poi interpretati in immagini 3D. Poi otto videocamere HD riprendono le performance naturali che in seguito saranno usate come riferimento dagli animatori, per essere sicuri che ogni sorriso, ogni smorfia o emozione, attraverso le performance degli attori venga trasformata in creazione digitale.

Gli sceneggiatori, con tutto questo materiale a disposizione, hanno deciso di combinare i tre libri più amati di TinTin (Il granchio d’oro, Il segreto dell’unicorno e il tesoro di Rackham il rosso) e la storia risulta pienamente degna dell’impegno speso per l’animazione. Il film, infatti, si presenta come un leggero thriller d’avventura, con momenti di suspance ed ironia che ricordano molto alcuni film di Hitchock. Inseguimenti straordinariamente ben congegnati ed avvincenti, paesaggi con architetture naturali e non più che notevoli, colori ai limiti dell’immaginario e attori animati che sembrano travestiti da oleogrammi. Ma la forza del film è proprio l’aver mantenuto intatto lo spirito dei libri e l’innocenza e la curiosità di TinTin, reporter dallo strano taglio di capelli, sempre alla ricerca di avventure che tutti vorremmo, almeno una volta, ritrovarci a vivere.

Di Francesca Casella