Il regista Michael Bay, tra navi, epidemie e pirati
Michael Bay è, certamente, uno dei registi più sopravvalutati della storia del cinema. Ha così poco da raccontare che a volte c’è da chiedersi quale sia la sua urgenza, il suo fine ultimo e, soprattutto, con che voglia la gente spenda soldi per andare a vedere un suo film (la sua “inutile” produzione cinematografica troppo toglie e nulla aggiunge ai blockbuster da grande schermo dei suoi predecessori). Eppure, ogni tanto, ci si può stupire e alzare le mani, di fronte ad un prodotto ben riuscito. Anzi, due.
Il Roma Fiction Fest, ormai quasi in dirittura d’arrivo, ha deciso di presentare quest’anno ben due serie televisive targate Bay in onda da questo autunno sulle emittenti italiane: The Last Ship e Black Sails.
Ispirato all’omonimo romanzo di William Brinkley, The Last Ship è un dramma post-apocalittico in cui, a seguito di una inspiegabile epidemia, gran parte della popolazione mondiale perde la vita. Spetterà all’equipaggio del cacciatorpediniere NSS Nathan James, unico gruppo sopravvissuto al virus, trovare la cura e cercare di salvare il pianeta Terra. Nulla di nuovo sotto il sole, direte voi, e in un certo senso è vero. D’altronde è Michael Bay, nel suo cinema non ci sono innovazioni. Eppure è interessante notare come – per la prima volta – il post-apocalittico non vada a braccetto con il survival horror, ma si sposi perfettamente con il war drama. E noi, questa volta, a Bay vogliamo dare una possibilità.
Anzi no, gliene diamo due, perché Michael Bay ha prodotto anche una delle serie tv più “godibili” degli ultimi tempi: Black Sails, l’adventure drama ispirato al mondo della pirateria che, collocandosi come prequel di L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, racconta le avventure del capitano Flint e della sua ciurma, alla ricerca di un tesoro nascosto che forse solo il giovane John Silver è in grado di trovare. Trasmessa dall’emittente televisiva Starz (in Italia andrà in onda su AXN a partire dal 22 Settembre), Black Sails non ha la pretesa di essere la miglior serie tv mai realizzata e, anzi, cerca di cavalcare come può le mode del momento (gli attori protagonisti sono tutti bellocci e barbuti e il sesso è uno dei punti cardini della narrazione, ma a noi va bene così). Nonostante questo, la sceneggiatura è ben scritta, i personaggi sono ben definiti e gli attori designati ad interpretarli assolutamente inseriti nel ruolo ma, soprattutto, i pirati somigliano sempre di più all’immaginario letterario comune e si distanziano, finalmente, all’aberrante saga dei Pirati dei Caraibi a cui finora eravamo (troppo) abituati. Quello che realmente colpisce di questo prodotto, però, è la messinscena degna di un blockbuster americano. Oh, è pur sempre Michael Bay, direte voi. E infatti avete ragione. Fotografia, costumi, ambientazioni, luci, ombre, colori: nulla, in questa serie tv, è lasciato al caso, neppure il minimo dettaglio. E se la storia non vi farà urlare al capolavoro, varrà sicuramente la pena guardarlo come mero intrattenimento visivo.
di Luna Saracino