La pellicola di
Ridley Scott, tuttavia, prende le distanze dal passato e dalle ambientazioni favolistiche cui eravamo abituati, per raccontare un
Robin Hood che in pochi conosceranno: non più un semplice arciere dal cuore nobile, ma un vero e proprio guerriero e condottiero, capace di guidare l’esercito inglese dell’epoca contro gli invasori francesi.
Per queste ragioni, sin dalle prime scene, appare chiaro che assistere al Robin Hood di Ridley Scott sarà un po’ come rivivere le gesta e il coraggio di Massimo Decimo Meridio, un vero e proprio ritorno del Gladiatore, mille anni dopo. D’altra parte il protagonista, interpretato non a caso da
Russell Crowe, è spesso impegnato in scontri e combattimenti, dal momento che la storia è ambientata all’epoca della guerra tra Francia e Inghilterra, sotto il regno di Riccardo “Cuor di Leone”.
Ridley Scott realizza, quindi, una sorta di prequel delle precedenti pellicole su Robin Hood. Man mano che la storia avanza, infatti, lo spettatore scoprirà il passato di Robin: dalla sua infanzia travagliata, al primo incontro con Lady Marion, all’innamoramento fra i due. Su quest’ultimo personaggio, in particolare, il regista ha voluto soffermare la sua attenzione, dandogli una dignità maggiore e mettendone in luce nuovi aspetti. Marion, interpretata da
Cate Blanchett, appare infatti, non più la dolce e delicata nobildonna inglese, ma una sorta di Robin Hood al femminile, una donna coraggiosa, pronta a “sporcarsi le mani” per difendere i diritti dei più deboli. In sintesi, quindi, il nuovo adattamento di Robin Hood presenta un’impronta più marcatamente moderna rispetto ai precedenti. Il film, infatti, alle numerose scene d’azione alterna, spesso, anche spunti di riflessione politica. Senza dubbio l’eco de Il Gladiatore (2000) si fa sentire e, d’altronde, bisognava aspettarselo.
di Cristina Columpsi
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