Dal 30 aprile il racconto di formazione e di precarietà dell’esordiente Alessandro Lunardelli, già Fuori Concorso al Festival di Roma
Crescere e mutarsi. Il rumore di un ghiacciaio che si scioglie.
Davide è nella “sua” terra di fuoco. Al limite di un’identità che non sa come buttarsi, testare il terreno, abbracciare l’altro. Davide è rimasto nell’abitacolo scalpitante della madre irrequieta scappata di casa, e cresce sulle orme di Floris, il fratello sposato che non corre rischi, forse solido, ma stanco, impiegato nella fabbrica paterna, ai tempi della crisi e delle offerte al ribasso, delle mazzette in surplus e delle notti ingannevoli di una periferia post industriale vegetativa. Davide e Floris, venti-trentenni impantanati nella legge della domanda pavida e dell’offerta inconsistente.
Romanzo di formazione, esperimento di amori possibili e di sogni in prestito, incubatrice dell’Italia contemporanea apatica e silente. Ambizioso quanto squilibrato on the road, che fa scivolare nella tragi-commedia di equivoci e di involontarie quanto necessarie condivisioni un film imperfetto.
Esce il 10 aprile, dopo l’anteprima Fuori Concorso all’VIII edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, sezione “Alice nella Città”, Il mondo fino in fondo, di Alessandro Lunardelli. Esordio coprodotto da Rai Cinema che soffre delle stesse paure annebbianti dei suoi protagonisti, ma regala due interpretazioni contrastanti e riuscite. Il film si arrampica con la punta delle dita sulla superficie impermeabile di una società “patria” respingente e si incammina con mezzi di fortuna, sguardo rapito e camera ferma, lineare, nella terra promessa dello spaesamento. Euforia e timori, delirio lucido e casualità degli affetti, evasione che è trappola e insieme porta magica del disincanto.
Loris, quasi padre insoddisfatto ma adattato alla routine, si trova ad inseguire da Barcellona alla Patagonia Davide, diciottenne chiuso a pressione nella propria composta assuefazione. Gay non dichiarato. Innamorato di un ecologista dall’anima tempestosa, Davide conosce l’estasi e le scorie, la libertà e gli scogli della prima indipendenza, dei primi coming out, delle passioni tradite e delle amicizie adulte. In mezzo la necessità di interagire con culture sovrapposte e lontanissime, scoprendo l’ovvia distensiva quanto aspra vicinanza del diverso “da”.
Al suo esordio registico Lunardelli traccia con prudenza aggraziata ma televisiva, statica, smarrita, un rito di iniziazione alla realtà. Condensando la banalità spinosa dell’amicizia, dell’amore, della solidarietà reciproca, dell’esplorazione interiore, tra autobiografia e attualità, cercandosi, con onestà.
Ma dimenticando quale strada percorrere, senza scarnificare la pelle dei propri caratteri e della propria storia, fino in fondo.
TITOLO E CAST
Il mondo fino in fondo
Di Alessandro Lunardelli
Con Luca Marinelli, Filippo Scicchitano, Manuela Martelli, Alfredo Castro,
Camilla Filippi, Cesare Serra e con Barbora Bobulova
Soggetto Alessandro Lunardelli
Sceneggiatura Alessandro Lunardelli, Vanessa Picciarelli
Produttore esecutivo Attilio Moro
Direttore della fotografia Maura Morales Bergman (AIC)
Musiche originali Pasquale Catalano
Una produzione Pupkin Production con Rai Cinema
Ita 2013
95’
Distribuzione Microcinema
Dal 30 aprile in sala
di Sarah Panatta