Il film che racconta la nascita di uno degli oggetti erotici più venduti al mondo: il vibratore
Joseph Mortimer Granville è un noto medico inglese assai stimato che alla fine dell’Ottocento inventò un dispositivo molto particolare per fini esclusivamente terapeutici, per alleviare blocchi e dolori muscolari: il vibratore! Ben presto, però, quest’oggetto iniziò ad essere utilizzato per quello che, all’epoca, era considerato l’unico rimedio efficace per il disturbo dell’isteria. Ed è questa la scintilla che ha convinto la regista Tanya Wexler a girare Hysteria.
1880. Nella pudica Londra vittoriana, il brillante giovane dottore Mortimer Granville (Hugh Dancy) è in cerca di un nuovo lavoro. Lo trova presso il Dottor Dalrymple (Jonathan Pryce), specializzato nel trattamento dei casi di isteria, i cui angoscianti sintomi nelle donne includono pianto, malinconia, irritabilità, rabbia. Dalrymple è convinto che la causa del malanno sia anche la repressione sessuale imperante in quell’epoca, e cura le “isteriche” con una terapia scandalosamente efficace: il “massaggio manuale” sotto le gonne delle sue pazienti. Il dottore, però, deve lottare contro la fiera disapprovazione della figlia Charlotte (Maggie Gyllenhaal), sostenitrice dei diritti delle donne più deboli. Mortimer decide di affinare il metodo terapeutico: quando il suo lungimirante amico Edmund (Rupert Everett) gli rivela il progetto del suo nuovo spolverino elettrico, gli viene in mente un’idea irresistibile. L’effetto sarà dare nuova linfa alla sua pratica medica, provocando nelle sue pazienti sensazioni forti. Storia vera e commedia romantica sulla creazione del vibratore.
Il leitmotiv principale del film è indubbiamente quello irriverente e divertente; d’altronde anche provando a spiegare in due parole di cosa parla la storia è inevitabile farsi una risatina. Ed è bene così, perché la pellicola si presenta con un tono speciale: anche se la vicenda si svolge nell’Ottocento, l’argomento fa ancora arrossire nel 2011 (e ricordiamo che l’uso del vibratore è illegale in ben 8 stati degli U.S.A.).
Molte scene rasentano il demenziale, ma il film raggiunge il suo obiettivo: far ridere lo spettatore (ed anche spesso) con sarcasmo e con battute divertenti e concitate che sottolineano e criticano quelle che erano le contraddizioni di un’epoca fortemente votata all’evoluzione ma che ancora spingeva ai bordi della società (o all’interno delle cucine) le donne e le nascenti suffragette.
Ottime le interpretazioni di tutti gli attori: da Hugh Dancy a Jonathan Pryce, da Maggie Gyllenhaal a Rupert Everett, tutti principali creatori e fautori della maggiorparte delle scene più divertenti di un film “leggero” ma fatto con stile.
Di Francesca Casella