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San Valentino da Terni: il mito tra storia, tradizione e leggenda

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San Valentino da Terni: il mito tra storia, tradizione e leggenda

Mancano pochi giorni alla festa piú attesa dagli innamorati. Ma cosa nasconde veramente questa giornata travestita con fiori, auguri e cioccolatini? Perché celebrare il sentimento esattamente il 14 febbraio? E chi è la figura storica nascosta dietro le spoglie del Santo che regala il suo nome alla giornata consacrata alle coppie?

Molte sono in realtà le leggende che aleggiano attorno alla nascita del giorno dedicato all’amore. San Valentino da Terni, nato a Interamna Nahars nel 176, fu vescovo della cittá dal 197 al 273, anno in cui a Roma, sotto ordine dell’imperatore Aureliano, incontrò la morte per decapitazione.  Nel 496, papa Gelasio sostiuì ai Lupercalia, feste pagane clebrative della fertilità, la celebrazione del Santo per omaggiare il messaggio d’amore dato con la sua opera cristiana.


Quali sono però le origini che vedono nel patrono di Terni il protettore degli innamorati?
Alcune leggende narrano come inizio del mito, il miracolo con cui il Santo ridiede la vista alla figlia del  nobile carceriere a cui era stato affidato dall’imperatore Claudio II il Gotico, durante il suo primo arresto. Si racconta che prima di morire l’allora vescovo di Terni scrisse una lettere d’amore alla ragazza di cui era occultamente innamorato. Altre leggende narrano invece che San Valentino celebrò un matrimonio fra una giovane e nobile fanciulla cristiana e un centurione romano che venne convertito e battezzato nonostante fosse ostacolato dalla famiglia della ragazza.
La celebrazione del 14 febbraio sembra in ogni caso provenire dai paesi anglosassoni e fatta risalire al XIX secolo: un’associazione fra l’amore e la festività, si trova nel Parlament of Foules (1382) del poeta inglese Geoffrey Chaucer, scritto in onore del primo anniversario di fidanzamento fra il re inglese Riccardo II e Anna di Boemia, da cui sembra abbia avuto inizio la rituale usanza dello scambio di missive fra gli innamorati.
Distanziandosi da un’iconografia prevalentemente cristiana, alcune teorie derivanti principalmente dai paesi nordici, associano il 14 febbraio alla giornata in cui si accoppiano gli uccelli, questo è il fattore per cui la giornata è ritenuta simbolo dell’amore e della creazione.
Dall’Inghilterra del XVII-XVIII secolo, giunge invece la tradizione secondo cui, durante la giornata chiamata “Festa dei Valentini”, si sceglievano uomini e donne per formare le coppie.
Una visione pagana ci riporta invece all’antica Roma in cui, il 14 febbraio si realizzava l’adorazione di Cupido, dio dell’amore chiamto dai greci Eros. Durante le celebrazioni, venivano richiesti i favori della divinità attraverso l’offerta di regali al fine di incontrare l’anima gemella. Nel periodo compreso fra fine gennaio e metà febbraio veniva inoltre celebrato il mese di Gameliòn (termine greco tradotto letteralmente in “mese dei matrimoni”), ritenuto tale in riferimento al sacro matrimonio fra il dio Zeus e la dea Era.
Miti pagani, feste cristiane, tradizioni, detti e leggende, hanno accompagnato fino ad oggi l’aurea preziosa di una giornata dedicata all’amore e ai sentimenti, da tempo strumentalizzato dal consumismo per commercializzare un simbolo che, cristiano o pagano che sia, significava solo desiderare, amare, scegliersi.
I resti mortali di San Valentino si conservano oggi nella Basilica della città di Terni che porta il suo stesso nome. Ogni 14 febbraio si celebra fra le mura della chiesa uno scambio di promesse fra le coppie che hanno fissato il matrimonio per l’anno seguente.
A noi, San Valentino, piace ricordarlo così.

di Annalisa Tantini