Sempre presenti come figure malvagie nell’immaginario collettivo, nel Rinascimento vengono identificate come piaga da debellare della società, ed ha inizio la caccia alle streghe
In un mondo in cui il rumore della vita cessava al calar delle tenebre, e la notte era illuminata dalle fiaccole e dalla luce della luna e delle stelle, ogni rumore improvviso poteva essere inquietante, e richiamare alla mente scene agghiaccianti. Le chiamavano “strix” gli antichi romani, poiché il suono del loro richiamo era stridente. Le streghe erano uccelli notturni simili al gufo, ma più grandi, con becco ed artigli da rapace, con le piume chiare e la testa grossa, ed agivano sempre di notte. Secondo i romani si aggiravano in cerca di lattanti che venivano rapiti dalle culle incustodite, ai quali strappavano le viscere riempiendosi il gozzo del loro sangue. Plinio il vecchio afferma che le striges erano donne trasformate per sortilegio in uccelli malvagi.
Nel Medio Evo le streghe presero l’aspetto umano di donne vecchie e repellenti che con incantesimi potevano nuocere agli esseri umani, agli animali, ed ai raccolti.
La credenza che esse fossero esperte di filtri magici ed erbe ci fa capire come in parte la concezione delle streghe in epoca medievale ma anche rinascimentale, dipendesse dalla demonizzazione delle antiche divinità rurali, e di chiunque continuasse a celebrare riti tradizionali, resistendo all’evangelizzazione. Le autorità civili e quelle religiose interpretarono quei rituali e quei comportamenti legati strettamente al paganesimo, come un rifiuto totale della fede cristiana e di conseguenza una scelta dell’adorazione del demonio. Poiché i rimedi antichi e la conoscenza delle particolari qualità e applicazioni delle erbe erano radicate nella popolazione contadina, la maggioranza delle vittime della repressione attuata dalla “Santa Inquisizione”, l’organo della Chiesa retto dall’ordine dei Domenicani, furono della stessa estrazione sociale.
La cultura folklorica si trovò ad essere colpita e sradicata con forza: le tradizioni e i riti agrari vennero snaturati in culti demoniaci, ed una volta compiuto questo cambiamento, vennero distrutti. Un caso emblematico in cui la repressione stregonesca fu un tutt’uno con l’annientamento della superstizione popolare fu la regione del Vaud, a nord dell’attuale Losanna. Questa provincia protestante ebbe il maggior numero di processi e di condanne a morte per stregoneria: tra il 1517 e il 1680 furono istruiti più di duemila processi che portarono all’accertamento di colpevolezza con una percentuale del 90%, assolutamente sconcertante considerata l’estensione del territorio davvero esigua.
In tutta Europa ed in seguito in America, furono migliaia i casi accertati di stregoneria. L’accusa si perfezionò nel corso degli anni fino a raggiungere il suo pieno complimento nel XV secolo: col termine strega si intendeva una donna che aveva stipulato e sottoscritto un patto con il demonio, rinnegato la fede cristiana ed avuto almeno una volta rapporti sessuali con il diavolo stesso. Questo contratto prevedeva che in cambio Satana concedesse alla femmina in questione la capacità di operare nel soprannaturale e perpretare il male e la malvagità con mezzi misteriosi e difficili da riconoscere.
Il domenicano J.Nider residente a Basilea scrisse alla metà del ‘400 che le streghe erano capaci di rubare la terza parte del raccolto, del fieno, del frumento, senza essere mai viste; erano inoltre capaci di causare copiose grandinate e alluvioni, e di scaraventare in acqua e di affogare qualunque bambino vi camminasse vicino e sotto lo sguardo attento dei propri genitori. Erano capaci di procurare la sterilità negli uomini e nel bestiame e di causare danneggiamenti a cose e persone a loro vicini. In questo genere di accuse si evince il bisogno di identificare nelle streghe il “capro espiatorio” per tutti i mali, le tragedie e le insidie che potevano capitare nella società dell’epoca, ed allo stesso tempo proiettare le ragioni della negatività al di fuori della comunità, che altrimenti ne sarebbe stata violentemente colpita e probabilmente proiettata nel caos.
La recrudescenza della caccia alle streghe e quindi il suo apogeo si ebbe tra la fine del ‘500 e la fine del secolo successivo, periodo in cui alle innumerevoli accuse si aggiunse il concetto del Sabba, che si sviluppò dall’inizio del Cinquecento.