La riunione in cui il Maligno regnava indiscusso esasperando le miserie morali delle streghe… Il rito della negazione della religione cristiana… Il Sabba assume a tutti gli effetti la concretizzazione somma della manifestazione del male

La violenta caccia alle streghe non è assolutamente attribuibile al periodo storico medievale. In quei secoli le inquisizioni della Chiesa erano incentrate sulla ricerca e la repressione di ogni tipo di eresia. È dal Trecento in poi che prende forma e sostanza la stregoneria come pratica demoniaca da debellare, ma la caccia alle streghe diviene ossessionante e implacabile con l’assunzione del concetto Cinquecentesco del Sabba.
Il Sabba era la parola che racchiudeva il significato di raduno, una sorta di “Concilio” dalle connotazioni infernali, in cui le streghe e gli stregoni si davano appuntamento per glorificare il Maligno, e aveva un carattere prettamente religioso.

Dopo essersi unti il corpo con un unguento speciale, gli invitati raggiungevano in volo il luogo indicato per la riunione. L’opinione che le streghe volassero sostenute da un animale, un essere umano o da un bastone, trova riscontro e conferme nella legislazione civile e canonica. Il primo esempio si trova in un documento del IX secolo attribuito al Concilio di Ancira, in cui si dice che «Certe femmine perverse schiave di Satana, affermano di cavalcare di notte con Diana, dea dei pagani o con Erodiade, e con un gran numero di altre donne, su bastoni ed animali». L’unguento utilizzato per il volo, molte volte era stato donato da Satana stesso in precedenti Sabba, così recitano alcune deposizioni rilasciate dalle presunte streghe, ed era a base di escrementi di rospo amalgamato con il grasso di cristiani uccisi.
Durante il Sabba venivano rinnovate le intenzioni di abiurare la fede cristiana e il sacramento del Battesimo, il più importante, compiendo atti di grave oltraggio ai simboli venerati dalla religione. Tra le varie blasfemie più ricorrenti si ricordano lo sputare sulla croce e il calpestarla.

Nel corso del Sabba la presenza del Maligno era tangibile. Sotto forma umana o animale, partecipava attivamente ai rituali, dando la possibilità ai suoi adoratori di poterlo idolatrare e rendergli omaggio, con un banchetto a base di carne umana, con danze e orge nelle quali streghe e stregoni si accoppiavano tra di loro, con i demoni e col diavolo stesso.
I Sabba si svolgevano diverse volte l’anno: il Venerdì Santo, a Pasqua, a Natale, alla vigilia del primo maggio, alla vigilia di Ognissanti, ma soprattutto la notte della festa di San Giovanni (24 giugno).
Nella tradizione stregonesca mediterranea, il Sabba di S. Giovanni si svolgeva nei pressi di Benevento. Sotto un grande noce che aveva la caratteristica di rimanere sempre verde, il Sabba aveva luogo con la sua macabra teatralità.

L’ubicazione del noce di Benevento è controversa. Secondo alcune notizie esso nasceva lungo il corso del fiume Sabato, mentre altre fonti lo davano presente nello Stretto di Barba o ancora in una località chiamata “Voto“. Al noce sono legate una quantità smisurata di leggende che partono dal periodo longobardo fin oltre il XVII secolo, ben più di mille anni, e, ad onor del vero, alcune di esse arrivano fino ai giorni nostri, dando una continuità alle narrazioni più o meno fantastiche che non ha eguali. Questa quantità di notizie è supportata da altrettante testimonianze storiche che comprendono libri, come “La superstiziosa storia del noce di Benevento” scritto nel 1640 da Pietro Piperno, e confessioni estorte durante gli interrogatori ad opera della Santa Inquisizione svoltisi in luoghi differenti in tutto il territorio italico e anche in Europa. Davvero curioso come persone di altre realtà sociali e territoriali e addirittura di lingue differenti fossero a conoscenza del noce e del suo misterioso magnetismo.