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L’Epidemia del Colera haitiano abbatte le frontiere, arrivando fino alla Florida

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L’Epidemia del Colera haitiano abbatte le frontiere, arrivando fino alla Florida

haiti_coleraA PORT-AU-PRINCE , il paese haitiano dove la tragedia dell’alluvione torna in forma di epidemia di colera.

Un caso riscontrato in Florida, uno nella Repubblica Dominicana, l’Honduras che annuncia misure di prevenzione: i 1.110 morti causati dal colera a Haiti, 76 più dei dati forniti ieri, hanno fatto scattare l’allarme in alcuni paesi della regione.

Secondo l’Organizzazione panamericana della sanità, l’epidemia potrebbe causare fino a 10.000 morti nei prossimi 6-12 mesi se non miglioreranno gli interventi in atto per bloccarla. Le “proiezioni” effettuate in base ai dati disponibili indicano inoltre che l’epidemia potrebbe colpire 200 mila persone, ha sottolineato Ciro Ugarte, medico dell’Organizzazione.

Al centro dell’attenzione rimane poi la seconda città del paese, Cap-Haitien, dopo gli scontri di ieri e lunedì tra dimostranti anti-Onu e i caschi blu delle Nazioni Unite. Il contingente nepalese viene infatti ritenuto da alcune fonti responsabile di aver ‘importato’ la devastante malattia.

Dopo giorni di turbolenza violenta causata dalla popolazione esaperarta, questi giorni sembrano riportare la quite. “Alcuni dimostranti – afferma la radio locale Metropole – hanno fatto sapere che continueranno a protestare finché non saranno accolte le proprie richieste, tra le quali la partenza dei caschi blu e una miglior gestione dell’epidemia”. C’é tra l’altro il rischio che i disordini intralcino la distribuzione degli aiuti e dell’acqua potabile, come ha sottolineato ieri il presidente René Preval, il quale ha rilevato inoltre l’importanza dell’appuntamento elettorale del 28 novembre, quando gli haitiani dovranno eleggere il suo successore e rinnovare una parte del parlamento. In queste ore a Port-au-Prince si parla però anche della possibile ‘esportazione’ della malattia, dopo due contagi riscontrati in Florida e nella Repubblica Dominicana, entrambi in cittadini haitiani.

Nel primo caso, si tratta di una donna immigrata, tornata una settimana fa negli Usa da Haiti. Le sue condizioni sono comunque buone. Caso analogo nella Repubblica Dominicana, con la quale Haiti condivide una frontiera di 380 km: si tratta di un operaio haitiano di 32 anni che lavora nella città di Higuey, est del paese. Lo stato di salute dell’uomo – giunto in uno dei tanti bus che ogni giorno arrivano da Haiti – rimane ad ogni modo buono, ha assicurato il governo dominicano. Il livello di guardia si è alzato anche in Honduras, dove il governo ha fatto sapere di “essere molto attento per l’esplodere di un eventuale focolaio della malattia anche nel nostro paese. Ciò è però – ha precisato – una possibilità molto remota”.

L’Unicef ha infine rilevato la grande quantità di bambini colpiti dalla malattia, visto che la metà della popolazione haitiana ha meno di 18 anni. Tra le principali preoccupazioni dell’organismo c’é quella di poter migliorare le condizioni igieniche e far arrivare quanto necessario ai bambini che vivono nei quartieri più poveri e periferici di Port-au-Prince.

 

Di Valeria Marchetti

 

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine