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Festival del Film di Roma 2013: Entre Nós

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Festival del Film di Roma 2013: Entre Nós

FIFR 2013 - Entre Nos 001Giovinezza e maturità nel racconto del brasiliano Paulo Morelli

La spensieratezza dei vent’anni e la disillusione dei trenta. In mezzo, dieci anni di vita fatti di segreti taciuti, di distanze incolmabili e riavvicinamenti improvvisi. È questa la storia di Entre Nós, film dell’italo-brasiliano Paulo Morelli presentato In Concorso all’VIII edizione del Festival di Roma. Le vicende sono quelle di sette ragazzi, Felipe, Lucia, Silvana, Gus, Drica, Cazé e Rafa, che si ritrovano in una splendida casa in campagna per un weekend di divertimento e condivisione. Durante la vacanza decidono di scrivere delle lettere a se stessi, a cui affidano le proprie speranze per il futuro e di aprirle dieci anni dopo, per vedere quali dei loro sogni si saranno davvero realizzati. Ma se in dieci anni possono accadere tante cose, la vita può cambiare anche in un attimo: durante la vacanza Felipe e Rafa, i due grandi appassionati di letteratura del gruppo, rimangono vittime di un incidente stradale al quale sopravvive soltanto Felipe. Dell’accaduto si sa poco e anche di quello che avverrà dopo, quando i ragazzi si perderanno di vista per molto tempo. A dieci anni di distanza il gruppo si ritroverà nella stessa casa per parlare del presente e per far luce sul passato. L’intreccio di Entre Nós non ha il pregio dell’originalità: è il genere di storia che il cinema ha già affrontato più volte e, anche l’elemento noir che il regista-sceneggiatore ha voluto aggiungere, non riesce a tirar fuori il film dalla dimensione del “già visto”. Il film pecca anche in termini di sceneggiatura, troppo prevedibile ed eccessivamente lineare. Ma Entre Nós ha degli indubbi punti di forza estetici: l’ottima regia di Morelli, la splendida fotografia di Gustavo Hadba e la bellissima colonna sonora di Beto Villares. Nel complesso non si può negare il fascino di questo film, succoso come un frutto esotico e sensuale, di quel particolare tipo di sensualità che soltanto i cineasti brasiliani riescono a portare sul grande schermo.

di Lucia Gerbino