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Travaglio e Padellaro incontrano gli Italiani a Londra

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Travaglio e Padellaro incontrano gli Italiani a Londra

travaglioPochi giorni fa il direttore e il gionalista del “Il fatto quotidiano” sono stati ospiti della London School Economic University per parlare di libera informazione in Italia

L’incontro è avvenuto il 5 maggio all’interno della London School University (LSE) , una delle più esclusive e prestigiose univeristà del Regno Unito situata nel cuore di Londra.

L’occasione che ha portato al faccia a faccia tra i più prestigiosi rappresentanti del “Il fatto quotidiano” e gli italiani a Londra è stato il dibattito intitolato: “The status of freedom of information in Italy”, letteralmente lo status della libertà di informazione in Italia. È bene sottolineare, che la conferenza è stata organizzata dall’Italian society all’interno dell’LSE con ingresso libero per tutti coloro che erano interessanti all’evento. Nonostante i cinquecento posti disponibili in sala molti hanno assistito  fuori dalle porte.  Marco Travaglio e Antonio Padellaro, in perfetto “italian style” si presentano alla platea con ritardo , ma  appena arrivano si scatena una vera e propria ovazione. Dopo l’introduzine fatta dal giornalista Marco Simoni che ha tirato fuori le statistiche di Freedom House, un’ agenzia che monitora la libertà di stampa e di informazione nel mondo, e posizioneal’Italia al 72esimo posto  nel mondo e semiultima in Europa, Simoni chiede di intervenire su questo argomento agli ospiti. Travaglio esordisce con una battuta: “Quest’anno l’isola di Tonga è avanti a noi in quanto informazione”.  “Non c’è nulla di buono da raccontare” continua il giornalista del Fatto e ospite fisso di Annozero. Dopo aver commentato il fatto recente di cronaca che ha coinvolto ormai l’ex mistro Scajola aggiunge: “Le dimissioni di Scajola dimostrano che c’è qualcosa di inaccettabile. Gli italiani prorpio non ci credono che qualcuno possa comprarti la casa a tua insaputa” . Continuando sulla scia del fatto del giorno Travaglio analizza la situazione nel Bel Paese: “Questo fatto è “pop”, lo capisco tutti, non come le notizie dei brogli finanziari ed economici, fatti complicati che la stampa e l’informazone tendono consapevolmente a rendere ancor più complicati”. Tornando al tema centrale dell’evento Marco Travaglio dice: “Solo Freedom House si accorge del conflitto di intersse in Italia.  Noi (del Fatto quotidiano) siamo stati i primi a denunciare il fatto che l’autority è un menù “alla cart” per Berlusconi”. Continuando sulla scia dei fatti made in Italy, il giornalista parla anche di Annozero, il programma condotto da Michele Santoro: “Chiudere Annozero è illegale, nessuno (tra i giornalisti pro- Berlusconi) si espone al carcere”. A questo punto Travaglio arriva al cuore del problema con una denuncia ben chiara: “In Italia non c’è neanche più bsogno delle telefonate. Il 90% dei giornalisti sanno cosa devono fare per mantenere il posto di lavoro e sono coscienti che certe notizie potrebbero farglielo perdere… Certe notizie non vanno mai bene e i santuari da non toccare sono parecchi”. Conclude il suo intervendo sostenendo che il successo del Fatto quotidiano, che secondo le statistiche ha venduto 110.000 copie al giorno nel suo primo anno di vita, è dato dal fatto che: “Il nostro è un regime di monopolio, gli altri le notizie le abbadonano”. La parola passa poi ad Antonio Padellaro, direttore del giornale, che già dal suo esordio critica ferocemente il TG1: “Il problema della toilette per cani assilla Minzolini (direttore del TG1), nella rete ammiraglia della Rai passano servizi come quelli di Massimo Mignanelli…la corsa delle autocasse di sapaone in Val Brambena. Il 65% degli italiani si informa solo tramite la televisione e il TG1 manda questi servizi senza spessore. Ecco spiegate le vittorie elettorali di Berlusconi”. Padellaro, da giornalista obiettivo, punta il dito anche sull’opposizione: “Non c’è stato equilibrio di potere. L’equilibrio lo stabilisce chi fa il gioco, l’opposizione è stata al gioco ecco perché c’è lo status quo”. Il direttore chiama come via d’uscita a questa situazione la nascita di più giornali indipendenti, come il Fatto quotidiano, fatti da editori puri, ossia editori non vincolati da partiti e da pubblicità ma che traggono profitto solo dalle copie venute. Dopo l’incontro è stata la volta di dare voce al pubblico, e la platea ha fatto il suo dovere chiedendo e obiettando. I due ospiti a turno hanno ribadito la loro posizione e con 30 minuti di ritardo la conferenza si è conclusa.

di Valeria Marchetti

foto di Valeria Marchetti