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Re Lear, colui che divenne vecchio prima di divenire saggio

Re LearRoma, Teatro Ghione dal 1 al 20 novembre 2016

Nel 1811 fu Charles Lamb a dire che il “Re Lear” fosse “un dramma irrappresentabile”. Il poeta e drammaturgo alludeva al fatto che i cinque atti di questa tragedia a doppia trama fossero difficili da esaurire sulla scena, per la complessità della trama. Eppure nei secoli “Re Lear” ha continuato a riscuotere l’approvazione del pubblico, probabilmente proprio per l’epico racconto di follia, amore e politica che porta in scena.
Per questo l’adattamento di Giancarlo Marinelli fa una scelta, lascia la guerra e la politica sullo sfondo, per raccontare più intensamente i sentimenti.
Di fatto Re Lear è un sovrano, ma sopra ogni cosa vuol tornare ad essere un padre, quindi decide di abdicare in favore delle figlie, sperando di trovare in esse il bastone e la cura alla vecchiaia. Goneril, Regan e Cordelia non sono più bambine, sono donne che vogliono emanciparsi e tutte sono pronte a fare quanto necessario, ad esempio mentire per destituire il padre, sfruttare i mariti costringendoli al tradimento o semplicemente ergersi contro le certezze del vecchio re con una verità scomoda.
L’amore si trasforma presto in odio e maledizioni, prima per Cordelia e poi per Goneril e Regan, la fedeltà del Conte di Kent dovrà nascondersi sotto mentite spoglie per restare accanto al re abbandonato da tutti. E Un figlio sempre benvoluto come Edgar, è creduto dal padre, il Conte di Glouchester, un vile traditore per l’abile inganno del figlio bastardo, Edmund, da sempre ritenuto sua vergogna.
Nella tragedia tutti i sentimenti e le verità sono distorte. Parole ed atti crudeli scaturiscono sempre dalla disperata ricerca dell’amore, così come la ragione nasce dalla follia.
Una trama tanto cupa non può che avere inizio in un’atmosfera buia e fumosa.
Al Teatro Ghione il “Re Lear” inizia così, con un personaggio che cammina stancamente verso un’unica luce che proviene dal palco.
Tutto è essenziale per dare spazio ai personaggi, soprattutto la scenografia che si arricchirà di pochi stratagemmi. Tutto per non distrarre lo spettatore. L’ unico punto fermo è una piattaforma, non più di un gradino, su cui gli attori salgono e scendono, così come si alzano o cadono i loro personaggi. Al contempo il fondale cangiante li accompagna cromaticamente scaldandosi dei rossi dell’ira e della passione, serpeggiando nei verdi della gelosia e nei viola e blu, di follia e disperazione. Ben presto ciò a cui assistiamo diviene danza , come il girotondo di Goneril e Regan, bambine e predatrici, mentre adulano il padre o il tango con cui inizia il duello finale tra Edgar e Edmund, comunicando tanto quanto le meravigliose parole del Bardo.
Re lear” andrà in scena fino al 20 novembre e vi consiglio caldamente di andare a vedere questo adattamento. Il primo attore un irresistibile Giuseppe Pambieri, che veste la pesante corona di Re Lear, è affiancato da un cast di pari bravura, eccellenti interpreti, intensi e fisici su un palco in cui non hanno che loro stessi. Un plauso anche alla regia ed alla sua scelta sul finale, lì dove nella tragedia la morte non può che attenderci all’ultimo atto, con uno stratagemma toccante, Giancarlo Marinelli sceglie di ricondurre tutto alla rappresentazione dell’amore più grande “quello di un padre per le sue figlie”.

Re Lear

di William Shakespeare

Al Teatro Ghione di Roma

regia ed adattamento di Giancarlo Marinelli

Personaggi ed interpreti in ordine shakespeariano
Re Lear – GIUSEPPE PAMBIERI
Duca di Cornovaglia – ANDREA ZANFORLIN
Duca di Albania – ANTONIO RAMPINO
Conte di Kent – MARTINO D’AMICO
Conte di Glouchester – GIUSEPPE BISOGNO
Edgar – MAURO RACANATI
Edmund – FRANCESCO MACCARINELLI
Oswald – MARTINA TONARELLI
il buffone – CLAUDIA CAMPAGNOLA
Goneril – SILVIA SIRAVO
Regan – GUENDA GORIA
Cordelia – STELLA EGITTO

scene: Lisa De Benedittis
costumi: Daniele Gelsi
actor coach: Giuseppe Bisogno
luci: Luca Palmieri