Il nuovo lavoro dei Duran Duran
Tornare agli “antichi fasti” non è impresa facile, specialmente per gruppi come i Duran Duran, che hanno lasciato un’impronta indelebile sulla musica degli anni ’80. Anche loro, come tanti altri, hanno tentato la strada del pop futuristico buttandosi in collaborazioni discutibili ma Red Carpet Massacre (2007), frutto del sodalizio con Timbaland e Justin Timberlake, si è rivelato un flop clamoroso. Avrebbero potuto spingersi oltre, azzardando i suoni alla moda d’ispirazione “GaGaista”, ma hanno preferito fare marcia indietro e tornare alle origini. L’operazione era altrettanto rischiosa ma il risultato lascia stupefatti: con All You Need Is Now, Simon Le Bon e compagni, si spogliano dell’etichetta di teen sensation, ormai appannaggio delle nuove generazioni, ma rispolverano in maniera magistrale il New Romantic che negli anni ’80 era stato il loro marchio di fabbrica. Il primo colpo messo a segno è quello della produzione, che Roger e John Taylor affidano a Mark Ronson: è lui il personaggio del momento che vanta prestigiose collaborazioni con artisti quali Christina Aguilera, Amy Winehouse e la neostar Adele. Il “sipario” si alza sulla title-track: le dissonanze dell’intro e il basso martellante di John Taylor creeranno qualche perplessità, ma basterà arrivare al ritornello per capire che i Duran Duran sono tornati ai “tempi d’oro”. Un’ulteriore conferma ci arriva da Blame The Machines, un pezzo in bilico tra electro pop del XXI secolo e la new wave di cui sono debitori che però, a conti fatti, sarebbe stato benissimo anche in Rio. Simon Le Bon, Nick Rhodes e compagni sono a loro agio e, come vuole il trend, cavalcano l’onda dell’updated vintage: splendido il duetto con Kelis in The Man Who Stole A Leopard; bella Safe in cui lasciano spazio a un disco funk “d’annata” concedendo un cameo ad Ana Metronic degli Scissor Sisters. Other People’s Lives, si muove con disinvoltura tra dance e rock mentre il finale è affidato a Before The Rain, ballad eterea e allo stesso tempo maestosa: un capolavoro. Applausi a scena aperta per i Duran Duran che, con All You Need Is Now, ci regalano il miglior disco dai tempi di Notorius. Chapeau.
di Lucia Gerbino
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