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God bless the Boss

Bruce_Springsteen_-_Roma2La musica di Ennio Morricone come colonna sonora dell’entrata sul palco della E Street Band…
sfondo rosso fuoco con immagini di canyon, cactus e quel deserto che un po’ tutti abbiamo amato nei migliaia di film western approdati sui nostri schermi…

Il Boss entra in un tripudio di mani alzate, grida festanti e sorrisi… sì, sorrisi, perché Bruce Springsteen porta con sé la gioia del rock pulito, farcito di buoni sentimenti, divertimento, rumore e melodia in un mix esplosivo che sa coinvolgere totalmente lo spettatore, che sia fan o che abbia avuto la felice intuizione di concedersi una serata di rock.
Lo sfondo cambia all’improvviso e un cielo plumbeo, minaccioso e gravido di pioggia si muove velocemente nelle immagini del megaschermo dietro la band: è il momento di Badlands.
Energia dirompente allo stato puro, nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava per iniziare che già la voce del Boss ruggisce insieme ai suoi accordi, alle sue note graffiate e percosse, al suo sudore copioso che lo inzuppa completamente. Chi lo conosce seriamente sa che se un inizio di concerto prevede questa canzone, allora sarà rock senza sosta, senza preclusioni, e tutto potrà accadere.
Non c’è spazio per luci, nemmeno per effetti speciali d’avanguardia. Il palco dove Bruce Springsteen si dimena, salta, corre è semplice, senza ornamenti ricercati. Lo show è lui e la sua E Street Band, la sua musica è il teatro nel quale si muove senza impaccio, senza sosta, con fiato e gola da far invidia ad un ragazzo.
Springsteen parla in italiano, annuncia che intende costruire con una casa di musica felicità e rumore, e lo vuole fare con Roma, la città più bella.
Il Bagno di folla cui si concede ad ogni canzone, quella condivisione fisica di note, sudore, calore, è la sua linfa vitale, ed è la stessa che lui vuole donare al suo pubblico, costringendolo a ballare, ridere, scherzare, giocare con il rock, poiché la musica è vita e il rock smuove il sangue… e Springsteen ne è cosciente.
Le canzoni si succedono l’una all’altra senza sosta… il tempo di finire la nota di un pezzo che subito il boss chiama il “One, two three..” e si comincia con quella successiva.
Il boss è questo, 3 ore di concerto senza interruzione se non episodica, un mare di persone festanti coinvolte in ogni gesto che lui dedica al pubblico.
Scorrono canzoni su canzoni “Outlow Pete”, “No surrender”, “Working on a dream”, “Seeds” e una magistrale “Johnny 99”, cantate e suonate con forza energica, stravolte nella loro interpretazione che dal vivo prende una piega dirompente, tralasciando sul campo alcuni momenti più intimistici.
E così passano le canzoni, una raffica impressionante di rock puro, che viene dal passato, che ha memoria di sé ma che si ripropone come mai estinto e pronto per vivere ancora, inossidabile, per sempre, alla faccia di chi da quasi trent’anni afferma che il rock sia morto.
Bruce corre, raccoglie una serie di cartoni che il pubblico gli porge con scritte le richieste dei pezzi da suonare, che puntualmente, di lì a poco lui soddisfa, rimaneggiando ampiamente la scaletta delle canzoni che era stata proposta come probabile.
Ma Sprigsteen è anche la voce dell’America, del sogno americano privo della sua vera realizzazione, ma intriso della sua quotidianità felice e malinconica allo stesso tempo. E’ per questo motivo che Springsteen ha spesso familiarità con chi soffre, pronto sempre a sposare cause per chi ha bisogno, per chi nel mondo è meno fortunato, per chi ha comunque necessità di un aiuto e di essere ricordato. Il rock del Boss è anche questo… ed è così che sembra naturale sentirlo parlare nella nostra lingua, mentre dedica “My city of ruins “ alla popolazione dell’Aquila e dell’Abruzzo.
Nelle 28 canzoni esplosive Springsteen è stato accompagnato dalla E Street Band al gran completo, che come sempre è la spalla nonché l’ossatura della musica del Boss. Davvero difficile pensare ad un passato, un presente ed un futuro senza Little Steven, chitarra, mandolino, voce, cori; Garry Tallent – basso; Clarence Clemons – sassofono, percussioni, voce; Max Weinberg – batteria; Roy Bittan – piano, sintetizzatore; Nils Lofgren – chitarra, pedal steel guitar, voce; Patti Scialfa (moglie del Boss) – voce, cori, chitarra; Soozie Tyrell – violino, cori e Charlie Giordano – tastiere (da aprile 2008 sostituisce Danny Federici membro storico purtroppo morto di cancro nel 2008).
Ed è così che il Boss si appresta a continuare il tour italiano ed europeo che lo vedrà impegnato il 21 luglio a Torino e il 23 ad Udine.
Uno spettacolo eccezionale che non può far altro che soddisfare tutti, giovani, meno giovani, ragazzi, attempati, chiunque abbia voglia di concedersi lo show di Springsteen.
God Bless You, Bruce, con la speranza di rivederti al più presto…

 

{denvideo http://www.youtube.com/watch?v=j3vElk5oRN8 290 260}

Scaletta delle canzoni suonate da Bruce Springsteen a Roma il 19/07/2009

Badlands
Out in the street
Outlaw Pete
No surrender
She’s the one
Working on a dream
Seeds
Johnny 99
Atlantic City
Raise your hand
Hungry heart
Pink Cadillac
I’m on fire
Surprise surprise
Prove it all night
Waitin’ on a sunny day
The promised land
American skin (41 Shots)
Lonesome day
The rising
Born to run

– BIS –
My city of ruins
Thunder Road
You can’t sit down
American land
Bobby Jean
Dancing in the dark
Twist and shout -La Bamba

 

di Svevo Ruggeri

 

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine