Ospiti d’eccezione per l’interessante convegno svoltosi all’Auditorium Parco della musica
Un intenso incontro per parlare di Fiction e del suo legame con la settima arte. Ospiti d’eccezione: Luigi Lo Cascio, Gianni Amelio, Francesca Comencini, Eleonora Andreatta, Ivan Cotroneo, Alberto Tarallo, Nils Hartmann, Angelo Barbagallo, Michael Esser, Raffaella Bonivento, Carlo degli Esposti. Modera Enrico Magrelli.
«Iniziamo subito!» Carlo Freccero sin dalla conferenza stampa ha abituato alla puntualità, infatti l’inizio è imminente. Si parla dei prodotti seriali in tv e di quanto il cinema lo influenzi. Il direttore artistico del Festival svela di aver incontrato il regista Gianni Amelio qualche tempo fa e con lui di aver ideato questa tavola rotonda, selezionando il cast di addetti ai lavori che hanno contribuito a presentare una panoramica esaustiva sul grande e piccolo schermo. Il fil rouge che accomuna gli ospiti rimanda ad una citazione di Paolo Valmarana: «Esisterà davvero quella parte di cinema chiamata tv?» cita Magrelli, proponendo che è vero anche il contrario, vale a dire che ad oggi una parte di televisione, proprio quella dedicata alle fiction, rimanda al cinema. Capiamo meglio i motivi tramite gli interventi.
Un po’ di storia: Gianni Amelio rimanda agli Anni ’80 la nascita della fiction, «quando lo sceneggiato è morto e si voleva proporre qualcosa di nuovo, di autonomo, che viene allora chiamato con l’espressione “originali televisivi”, con troupe della Rai che giravano le prime esterne». Giovanni Salvi e Sergio Silva sono i due maestri che il regista cita come suoi punti di riferimento, a cui lui stesso propose di fare qualcosa di nuovo: “I ragazzi di via Panisperna” è stata la prima produzione in tal senso. «Fiction e Cinema sono due mondi totalmente diversi, sono due linguaggi totalmente diversi» sottolinea Amelio, ma nonostante questo «non ci sono steccati comunicativi tra Fiction e Cinema. Il problema è farle bene le cose!».
Sembra proprio infatti che tutti gli ospiti siano d’accordo sul fatto che le idee buone ci siano, ma che spesso non vengano realizzati buoni prodotti. «Lo share non è l’essenziale, ci deve essere la voglia di arrivare al pubblico» puntualizza il regista, che cita esempi di ottime sceneggiature, prodotti di qualità, come “Il commissario Montalbano”. Per capire meglio l’importanza di arrivare al pubblico rimanda anche a Pasolini: «Una volta a Pasolini chiesero come mai fischiettasse una canzone di Claudio Villa, il “Binario”; lui rispose che non gli piaceva la canzone in sé, ma gli piacevano le persone a cui Claudio Villa piaceva».
Contenuto e attenzione al pubblico: sono i punti forza a cui la fiction contemporanea deve mirare. Eleonora Andreatta (direttrice di Rai Fiction) sottolinea che le serie tv possono essere più coinvolgenti del cinema. E in effetti l’obiettivo comune è quello di parlare al pubblico, con storie del pubblico, storie vere. Andreatta ricorda l’esempio de “La meglio gioventù”: un racconto nato in televisione, approdato a Cannes e poi al cinema. E abbiamo anche un’anticipazione: si sta pensando ad una serie de “La mafia uccide solo d’estate” e questo perché il punto di vista proposto è originale, colpisce il fatto che sia un bambino a raccontare la storia di mafia.
Tutti concordi sul fatto che in Italia le opportunità narrative non mancano e che si sta sviluppando un grande romanzo contemporaneo in tv, fatto di storie vere, reali.
La fiction ha quindi bisogno di un linguaggio stratificato, originale, per arrivare allo spettatore. Quello su cui è necessario lavorare perciò è il genere, ciò che gli americani nelle loro serie studiano bene, e proprio quello che manca in Italia, su cui poi costruire grandi architetture narrative.
«Cinema-fiction-serialità non sono su piani diversi» -spiega Nils Hartmann citando il lavoro di Sky- «l’importante è la sceneggiatura, perché con i media bisogna giocare e instaurare rapporti diversi». E proprio su questo punto Francesca Comencini cita il lavoro insieme «interessante, difficile e bellissimo» che è stato fatto con “Gomorra”, dove sono stati proposti tre punti di vista diversi, di tre registi diversi (Comencini-Cupellini-Sollima) che hanno permesso ai protagonisti di evolversi e di arrivare al pubblico: «un lavoro di gruppo è la chiave del racconto contemporaneo», sottolinea la Comencini.
E mentre Alberto Tarallo ricorda l’importanza dei corti e del web, con cui giovani registi iniziano per poi approdare alle fiction e al cinema, Carlo Degli Esposti parla di quanto l’Italia abbia bisogno di leggi di mercato che diano merito e spazio ai migliori prodotti. Angelo Barbagallo menziona le serie americane, e parla del mercato di oltreoceano come di una “tigre di carta”. Dello stesso avviso anche Raffaella Bonivento che, occupandosi di drama scouting e coproduzioni a livello internazionale, ha notato come sia necessario puntare sull’innovazione, sulla storia narrata, «dove il pubblico è al centro perché è attento quanto il regista all’evoluzione della storia, come dei particolari. Fiction e cinema devono allearsi per fare del prodotto un brand». In questo senso la tv è il contenitore adatto, il mezzo divulgativo principale per arrivare al grande pubblico. Concorde anche Ivan Cotroneo che nelle sue sceneggiature (come “Tutti pazzi per Amore”) studia i personaggi, «perché nella fiction è possibile farli evolvere e questo per uno scrittore è importante». E di nuovo il web: cinema-fiction-web: “Una mamma imperfetta” approda on line dopo la serialità.
Quindi Fiction e Cinema dalle storie importanti, per arrivare al pubblico con profondità, come sottolinea nel suo interessante intervento l’attore Luigi Lo Cascio, e l’importanza anche dei nostri classici letterari come Calvino, Pavese, Buzzati, da cui prendere spunto per le storie.
L’Italia di materiale ne ha, «perché la vera gara si svolge sul campo del contenuto» -le parole del produttore tedesco Michael Esser– e su questo non c’è serie americana che tenga.
In chiusura, una iniziativa per il rilancio dell’industria nazionale dell’audiovisivo: la notizia che l’Associazione dei Produttori e degli Autori Televisivi proporrà ad ottobre tre seminari in occasione del rinnovo della concessione Rai: le proposte riguarderanno la ridistribuzione degli spazi, la distribuzione on line e della pubblicità.
Siamo sulla strada giusta.
di Elisabetta Lattavo