Dustin Hoffman come protagonista e Micheal Mann alla regia del pilot
Le serie televisive sono il futuro del cinema. È paradossale ma ora più che mai possiamo dire che molte serie tv sono molto meglio dei loro cugini film che vediamo al cinema: le sceneggiature sono più intriganti, i personaggi meglio sviluppati grazie al numero di ore superiore (cosa impensabile per un film); più dettagli, più intrighi… e quel carattere di assuefazione che non guasta mai se il prodotto è di prima qualità. Ad accorgersene non è stato solo il pubblico, ma anche famosi registi e attori che hanno iniziato una sorta di migrazione verso il piccolo schermo: un assaggio ce l’aveva già dato Boardwalk Empire – L’impero del crimine diretto da Martin Scorsese con Steve Buscemi e Micheal Pitt per protagonisti.
Luck è una serie televisiva statunitense di genere drammatico creata da David Milch e con protagonisti Dustin Hoffman e Nick Nolte. L’episodio pilota è stato diretto dal regista Michael Mann e sceneggiato da David Milch. Il primo episodio della serie è stato trasmesso come anticipazione speciale l’11 dicembre 2011, proprio subito dopo la messa in onda dell’ultimo episodio della seconda stagione di Boardwalk Empire, per poi essere trasmessa ufficialente dal 29 gennaio 2012 sul canale HBO.
Già dal pilot, Luck ha dimostrato di essere un viaggio assolutamente anticonvenzionale nel mondo delle corse dei cavalli, un percorso alla scoperta dei lati più oscuri di questo universo che raccoglie una varia umanità attorno all’idea di una vittoria ottenenuta sfidando la dea bendata. Ma, e questo è l’elemento in più del lavoro della ditta Milch-Mann, la fortuna non è solo un elemento sovrannaturale, quanto il risultato di umane macchinazioni, non sempre cristalline.
Luck, che ripartirà il 29 Gennaio, è una serie corale che gira intorno al mondo delle corse ippiche. Ci sono almeno quattro personaggi e quindi quattro story line che la serie dovrà sviluppare: dagli scommettitori che si giocano il futuro, ai fantini fino ad arrivare agli allenatori (uno dei quali è interpretato per l’appunto da Hofmann). E’ un mondo, quello delle corse dei cavalli, che riesce ad unire il pathos puro di chi gareggia a quello meno puro, anzi sporco, di chi scommette. Il lirismo che è intorno alla gara, al momento della gara e i punti di vista dei diversi occhi che la guardano con speranze diverse sono sviluppati egregiamente.
Di Francesca Casella