La Abc chiude definitivamente la serie con Joseph Fiennes
Un cast brillante e un fugace sguardo al futuro dell’umanità, erano queste le coordinate che avrebbero dovuto fare di Flash Forward la serie televisiva erede di Lost.
Non a caso la americana
ABC, produttrice del successo dei naufraghi, introdusse nel cast la Penny Widmore di Lost,
Sonya Walger e
Dominc Monaghan (il musicista Charlie Pace). La spinta pubblicitaria del network ha lasciato intendere agli spettatori che
Flash Forward avrebbe raccolto l’eredità della serie di J.J. Abrams, per l’accostamento stilistico e la trama misteriosa, ma iniziare con un punto interrogativo fantascientifico non è bastato a creare quell’empatia con il pubblico, tale da innalzare una serie tv ad un cult. L’ultima puntata del telefilm è andata in onda negli U.S.A il 27 Maggio, salutando 4,9 milioni di telespettatori, e replicata in lingua originale da Fox Italia (piattaforma Sky) a 24 ore di distanza, mentre l’episodio doppiato in italiano andrà in onda il 4 giugno alle 21:10. La trama di
Flash Forward nasce dal nome stesso della serie: il 6 ottobre 2009 l’umanità ha visto il futuro. Per due minuti e diciassette secondi ogni persona sulla faccia della terra perde i sensi e ha una visione, o meglio una previsione, di come sarà la sua vita il 29 aprile del 2010. Il flashforward causa migliaia di morti e fornisce lo spunto per una serie di interrogativi. Alcuni hanno dubbi sulla sopravvivenza del proprio matrimonio, altri sulla nascita di un figlio, a molti la previsione ha rivelato la loro morte. Protagonista della serie l’agente federale Mark Benford (interpretato da un eccellente
Joseph Fiennes), che nella sua visione si trova a investigare sullo stesso flashforward, analizzando su una lavagna numerosi indizi. Benford ricostruisce, a partire dal suo ricordo, gli elementi che condurranno la squadra dell’FBI alla soluzione, mentre i suoi amici e colleghi dovranno confrontarsi con continui interrogativi, individui misteriosi, loschi intrighi e con l’angoscia di conoscere in anticipo il proprio futuro. Ma la rivelazione sarà reale o solo frutto di un complotto? Per scoprirlo televisori accesi il 4 giugno per l’ultima puntata di questa breve serie (solo 22 episodi) che non è riuscita a creare un genere, ma che nel complesso è ben scritta e interpretata, mai banale e che rimarrà un unicum nella storia delle series americane.
di Valeria Ponte