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Festival Internazionale del Film di Roma 2014: “Last Summer” e “Lulu”

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Festival Internazionale del Film di Roma 2014: “Last Summer” e “Lulu”

Last Summer

Last Summer

Last Summer

Sorprendenti storie d’amore e d’assenza, di acque agitate e furti di desiderio, tra Banana Yoshimoto e strade argentine

Quattro giorni per riconoscersi, imparare il proprio alfabeto segreto e abbracciarsi di addio. L’inizio nella fine. Una giovanne elegante madre giapponese, rappresa nel dolore ritardato della perdita. Rapita dai propri errori e da rigidità alto borghesi altrui, su uno yatch in mezzo al blu scintillante di un mare alieno. Su una barca che diviene insieme ferita sanguinante e sutura dolce di un addio impossibile. Ultima “scena” per salutare il figlio di sei anni, Kenzaburo (Ken) di cui ha perso la custodia. A bordo, insieme all’equipaggio ammaestrato (in parte) all’ostilità, il fantasma del passato non detto e la luce penetrante di un amore futuro, indelebile. Tra un thè sul ponte, una spiaggia proibita e una maschera di carezze.

Ottimo cast internazionale e produzione italiana (in collaborazione con Rai Cinema) per The last summer, ambiziosa opera prima della sezione Prospettive Italia. Scritto e diretto da Leonardo Guerra Seràgnoli con il contributo di Banana Yoshimoto, opera cerebrale ma sensorialmente costruita di impercettibili reazioni, rimandi, affezioni. perfezione aristotelica dello sguardo scenico e dilatazione estenuata e spesso deragliata dei piani anche simbolici del racconto, talvolta smarrito sui/nei gesti apparentemente elementari dei suoi protagonisti.

Lost, somewhere beyond the sea. Strade perdute nella placenta delle colpe, dei sensi rieducati, delle nuove promesse. Nello spazio-tempo del sentimento visceralmente composto tra una madre e il figlio appena ritrovato e già abbandonato. Seràgnoli cerca l’unità sublimata e catartica di un amore che sboccia e si consuma in poche ore, fiamma bellissima e bambina esposta al vento di tempeste invisibili. Mentre una madre violentata dal dolore e vestita di paziente coraggio dell’espiazione, recupera la fiducia e la gioia di un ragazzino quasi sconosciuto. Seguendo la linea nipponica del sottotesto narrativo percepibile esclusivamente dall’emotività indiretta dei personaggi, descritti dai gesti e da sillabe sparse. Scegliendo il melting pot culturale e attoriale, catapultando l’intreccio su una barca/isola che non c’è, mondo spicanalitico e spiritico dove “costumi”occidentali stretti e oniriche tradizioni giapponesi danzano scostati ma reciprocamente perturbati. Seràgnoli trova un’empatia liminale con la sua splendida coppia, madre-figlio bloccati nell’addio straziante. Esaltando la maestosa invincibilità dell’habitat oltreumano che li/ci circonda e dimenticando spesso il contatto con il pubblico.

Tutti insieme “lost” nell’altrove del cuore.

Regia di Leonardo Guerra Seràgoli. Con Rinko kikuchi, Yorick van Wageninngen, Lucy Griffiths, Laura Sofia Bach, Daniel Ball e Ken Brady (per la prima volta sullo schermo). Scritto da Leonardo Guerra Seràgoli con Igort e la partecipazione di Banana Yoshimoto, fotografia di Gianfilippo Corticelli. Prodotto da Cinemaundici, Jean Vigo Italia, Essentia, con Rai Cinema. Nelle sale dal 30 ottobre per Bolero Film, durata 94 minuti

Lulu

Lulu

 Lulu

Amour fou trascinato nella vertigine asociale di strade sbranate, sfiorate, abitate, sorvolate, litigate. Lucas e Ludimilla, antieroi al di là dell’innocenza e del disincanto, sospesi nella bolla sottilissima di un’illegalità scelta con indifferenza e carnalità delirante, per rompere la monotonia dei giorni “civili”.

Tra Gilliam, Nouvelle Vague e tragicomico felliniano, una sferzata d’aria giovane nella sezione Cinema Oggi con Lulu, dell’argentino Luis Ortega al Festival Internazionale del Film di Roma. Amore tossico, perduto sui marciapiedi di una vita di stento ostentata e deliberatamente perpetuata, tra una sparatoria a bersagli immobili e un furto in farmacia trasformato in musical-flash mob per passione della noia infastidita e scalpitante.

Lucas e Ludimilla pionieri emuli di una libertà tra le sbarre del pericolo eterno, dipendenti dall’adrenalina inconcepibile di un momento esclusivo, autolesionista ma incantatore, palpitante e debole come un battito di ciglia nella nebbia. Storia di sogno, estasi e delitto, fuori tempo massimo, dentro il circo archetipico del cinema e dell’amore.

Regia di Luis Ortega. Con Ailin Salas, Nahuel Perez Biscayart, Daniel Melingo, Miguel Angel Castillo. Argentina 2014, durata 84 minuti

di Sarah Panatta