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Scorsese in 3D

martin_scorseseGrande attesa per Hugo, primo fantasy diretto dallo storico regista di Quei bravi ragazzi, nelle sale italiane dal 16 dicembre


Se deve essere 3D che almeno lo sia d’autore. Così, dopo anni di sperimentazione su animazioni e fiction dalle tematiche avventurose, la tecnologia di cui tanto si discute tra l’intelligentia del settore ha richiamato l’attenzione niente meno che di Martin Scorsese. Lo storico regista della New Hollywood e creatore di capolavori indimenticabili come Taxi Driver, Quei Bravi Ragazzi e L’età dell’innocenza si è sempre contraddistinto per una vivace e giovanile curiosità che, dopo avergli fatto esplorare l’ambito musicale in ogni sua innovazione, oggi lo porta a confrontarsi con un elemento a prima vista decisamente lontano dal suo stile narrativo. Da questa attitudine caratteriale nasce la volontà di confrontarsi con il progetto di Hugo, fantasy avventuroso distribuito dalla 01 Distribution dal 16 dicembre. Tratto da La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, romanzo di Brian Selznick edito da Mondadori, il film racconta le vicende di un orfano nascosto nella stazione di Parigi con nel cuore il desiderio di riattivare l’automa ereditato dal padre. Un bisogno, questo, che lo conduce fuori dal suo nascondiglio fino alla bottega del giocattolaio Méliès dove, grazie all’incontro con la misteriosa Isabelle, avrà inizio l’avventura più incredibile della sua vita. Messo momentaneamente da parte le atmosfere da romanzo cinematografico che da sempre hanno contraddistinto il suo tocco personale, Scorsese rinuncia anche alla collaborazione con l’inseparabile Leonardo Di Caprio (Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter Island) per aprirsi ad un cast inedito. Ad affiancarlo nella sua prima esperienza i n 3D sono l’esperto Ben Kingsley,l’ecclettico Sacha Baron Cohen, il seducente Jude Law , la giovanissima Chloe Moretz che, con la rivelazione Asa Butterfield (Il bambino con il pigiama a righe) nei panni dell’orfano Hugo, compongono il ritratto di un family movie dai molti livelli di lettura. In questo modo scalfita la superficie della vicenda, grazie soprattutto all’evocazione del Méliès regista e del cinema degli albori, Scorsese continua ad utilizzare la sua struttura culturale per imprimere alla vicenda una profondità ben più determinate del 3D. Perché oltre lo stupore e l’innovazione ciò che crea l’incantesimo più duraturo è il cinema e la sua lunga storia.

di Tiziana Morganti