Il regista italiano si getta da un balcone all’età di 95 anni. In lutto tutto il cinema italiano. E non solo
«Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon, Fiii… Bum!»
L’armata Brancaleone, di Mario Monicelli
Aveva 95 anni, ma la tempra di un giovincello. Un giovincello cresciuto a pane e commedia all’italiana, la cui forza d’animo è riuscito a mantenerlo in vita nonostante un grave tumore alla prostata. Quella stessa tempra, però, questa notte non ha retto il peso ed ha ceduto. Miseramente.
Mario Monicelli lascia questo mondo gettandosi dal balcone dell’ospedale San Giovanni, che da qualche tempo lo teneva in cura per monitorare il percorso della sua inesorabile malattia.
Imbracciata la prima macchina da presa nel 1935 con la trasposizione cinematografica de I ragazzi della Via Paal, Monicelli da allora non ha mai smesso di fare cinema, neppure per un istante, realizzando, confezionando e regalando al pubblico italiano (e non solo) alcune tra le più preziose perle del cinema contemporaneo, come l’indimenticabile L’armata Brancaleone (grazie al quale tutti al suon delle parole “Branca! Branca! Branca!” ci sentiamo quasi in dovere di rispondere “Leon! Leon! Leon!” N.d.R.), Un borghese piccolo piccolo o il grande capolavoro cinematografico italiano, Amici miei.
di Luna Saracino
Sequenza di apertura de L’armata Brancaleone
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Amici miei II – Lo scherzo al vedovo nel cimitero
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