Il festival di Venezia assegna il Leone alla carriera all Pixar Animatin
“Personalmente ritengo che valga la pena vedere un film quando torni a casa e ci stai ancora pensando – sostiene Docter – Esci dal cinema e ci rifletti non solo il giorno successivo ma anche l’anno dopo.
Per far si che un film ti coinvolga fino a questo punto, deve avere delle emozioni reali. Assieme all’umorismo non puo’ mancare il cuore.” Walt Disney diceva che per ogni risata ci deve essere una lacrima, una lezione che i “geni” creativi della Pixar hanno fatto propria senza mai cadere nelle atmosfere edulcorate tipiche dei classici dell’animazione. Se nei primi esperimenti Disney il mondo dei “comprimari”era composto da un esercito di uccellini cinquettanti e topolini canterini, nel moderno universo Pixar protagonisti e “spalle” si muovono al ritmo variabile degno delle migliori commedie americane. Grazie alla sperimentazione tecnica, all’ attenzione per il particolare e ad una grande conoscenza della materia cinematografica John Lasseter, Brad Bird, Peter Docter, Andrew Stanton e Lee Unrich hanno liberato la materia dalla definizione limitante di “prodotto per l’infanzia”, conquistando l’attenzione di un pubblico decisamente adulto. A sei anni dal primo Academy Awards ottenuto con A la ricerca di Nemo, la Pixar Animation otttiene il riconoscimento de il Leone d’Oro alla carriera per le sue “punte” di diamante. Dopo la poetica asiatica di Hayao Miyazaki ad essere premiata e’ la tecnologia moderna messa al servizio dell’emozione, una tecnica cheoggi, attraverso l’utilizzo del 3D, si propone di conquistare nuove frontiere narrative non prive di incognite. “ Il bello è che non diventa mai più semplice – sostiene Lasseter – ci sono sempre dei nuovi modi in cui la storia ci mette in difficoltá. Noi continuiamo a non sapere tutto ma ci consentiamo di commettere degli errori. Come ha detto Ed Catmull ‘se non commetti degli errori, non ti stai prendendo abbastanza rischi’. Spero che non ci riterremo mai degli esperti visto che impariamo qualcosa di nuovo con ogni film.” Per la pima volta nella storia del Festival il Leone d’Oro viene assegnato non ad un singolo ma ad una società che rappresenta un gruppo ed una filosofia di lavoro ben precisa. “Sono onorato di essere qui oggi – continua Lasseter – quando ci hanno avvisato di aver ottenuto il pemio, sono andato a guardare gli altri leoni d’oro ed ho immeditamente pensato che Muller avesse scelto male. Ma sono sprattutto felice di poter condividere con i miei colleghi..Questo vuol dire che l’animazione è veramente la foma di collaborazione artistica più completa. Hanno dato il Lene d’Oro alla carrriera ad un studio ed è la cosa più giusta visto che non faccio tutto da solo.” Durante la pemiazione ufficiale nella Sala Gande Lasseter, Bird, Docter, Stantn e Unkrich riceveranno il premio dalle mani di George Lucas al cui talento visionario debbono molto del successo iniziale. Ma il momento più atteso è sicuramente la proiezione in 3D di Toy Story preceduto da cinque minuti di The Prncess an the frog, con cui tornano ad una animzione classica in 2D. “ Devo ammettere che il sucesso dei nostri film forse non l’abbiamo compreso fino in fondo. Alcuni studi hanno deciso che l’animazione fatta a mano non aveva più nessun valore. Anzi è diventata il caprospiatorio di tutti gli insuccessi, in realtà la storia viene sempre prima della tecnologia. Questa è la nostra filosofia ed il nostro sogno, ossia uno studio guidato dai creativi e non dagli esecutivi. Spetta al cineasta capire quali sono le corde migliori e suonarle. L’animazione è una forma d’arte meravigliosa e non un genere. Siamo dei cineasti, utilizzziamo strumenti diversi ma raccontiamo grandi storie.”
di Tiziana Morganti