Gli esperti allertano: il cibo che scegliamo quotidianamente agisce sul sistema neurologico anticipando la demenza senile
L’estate è vicina, e soprattutto le donne sembrano essere particolarmente attente al cibo. Evitare i cibi grassi e i dolci per mantenere, o ritrovare la linea persa nei lunghi mesi invernali diventa quasi un ossessione quando la prova bikini si avvicina.
Da una equipe di esperti neurologhi amercani, si evince come una dieta bilanciata e povera di grassi non solo aiuta ad accetarsi di più davanti allo specchio ma ridurebbe anche il rischio di malattie neurologiche nell’età senile. Il team di medici e ricercatori della prestigiosa Columbia University, dopo anni di studio, ha esposto i risultati della loro ricerca la quale mostra come una dieta a base di nocciole, pesce e verdura di stagione può influire significativamente per combattere lo spettro dell’Alzheimer. Gli esperti decantano le doti salutistiche della dieta mediterranea, ricca di prodotti di stagione e il giusto apporto di carboidrati. Infine, sottolineano come combiare il giusto bilanciamento calorico giornaliero è un fattore vitale per la salute. D’altra parte, i medici pongono in evidenza come una dieta povera di grassi non è la sola via d’uscita per scongiurare la demenza. Il dottor Yian Gu, direttore del reparto Medicina della Columbia e coordinatore progettista della ricerca ha studiato, insieme al suo team, la dieta di 2.148 pensionati residenti a New York. Nei quattro anni di ricerca, 253 persone facenti parte del range osservato hanno sviluppato l’‘Alzheimer. Indagando sul loro menù giornaliero si è scoperto che gli ammalati includevano con una certa regolarità cibi ricchi di grassi e poveri di viatamine. Al contrario chi aveva scelto una dieta a base di insalata, nocciole, pesce, carni bianche e frutta aveva avuto una possibilità infinitamente più bassa di sviluppare la malattia. Una dieta ricca di prodotti omega 3 e 6, contenuti nelle arringhe, nel pesce spada, nella trota e nello sgombro, sembra, secondo la ricerca aiutare a aggiungere anni di lucidità per coloro che sono geneticamnete predisposti alla demenza senile. Vitale si è dimostrata anche una certa dose giornaliera di vitamina E, contenuta negli oli vegetali spremuti a freddo ( soia, arachidi, mais, olive etc. ), nel tuorlo d’uovo e nelle noci. Ovviamente in una dieta salutare non può mancare poi l’acido folico, presente nei cereali, nel lievito di birra e soprattutto negli spinaci. Tutti questi prodotti associati ad altri cibi poveri di grassi saturi e vitamina B12 sembrerebbe essere la miglior soluzione. Rebecca Wood, direttrice della Ricerca sull’Alzheimer, ha dichiarato al Times: “
Comprendere la connessione tra la dieta e la demenza, soprattutto quella senile, potrebbe aiutare a prevenire lo sviluppo delle malattie neurologiche come l’Alzheimer per alcuni”. La dottoressa Wood ha poi aggiunto: “
Adattare il nostro stile di vita soprattutto quando si inizia ad invecchiare, con esercizi regolari e un attenzione particolare ai cibi che si ingeriscono può aiutare a ridurre la comparsa della demenza”. In fine conclude: “
Sfortunamente, nessuna dieta o fattore influente nello stile di vita può eliminare del tutto i rischi. Ma bisogna ancora una volta sottolineare che se non si seguono i consigli degli esperti le malattie neurologiche senili potrebbero manifestarsi anticipatamente, nei soggetti predisposti”. Le stime mondiali ci dicono che nel mondo ci sono ltre 35 millioni di persone ammalate di Alzehimer e la ricerca su questa malattia sta facendo passi in avanti nella diagnosi e nel futuro trattamento.
di Valeria Marchetti