Cellulare, musica a tutto volume, sfogliatina al giornale durante le interminabili file al semaforo e magari anche una sigaretta.
Da uno studio della Società italiana di tabaccologia, e da un’attenta analisi dei filmati ripresi all’interno delle autovetture, emerge che il tempo necessario ad accendere una sigaretta mentre si è alla guida è il doppio rispetto a quello richiesto per rispondere ad una telefonata. Una manciata di secondi che potrebbero essere fatali. E così, la Commissione lavori pubblici del Senato, su proposta della Lega, ha deciso di avviare questo nuovo iter legislativo, seguendo le orme della Gran Bretagna che lo aveva già adottato tempo fa. «La sigaretta riduce il livello di attenzione. E al volante questo può uccidere», dice l’ideatore della proposta Piergiorgio Stiffoni, senatore del Carroccio.
Il divieto di fumo per chi è alla guida rientrerà nella riforma del codice della strada che è già sotto analisi della commissione e che prevede, tra le altre cose, il livello di alcol pari a zero per i nuovi patentati. La sanzione per gli autisti fumatori incalliti è di 250 euro di multa con una riduzione di cinque punti sulla patente. Il tutto sarà raddoppiato se a bordo dell’auto ci sono minori, inconsapevolmente costretti a diventare fumatori passivi. Quindi non solo attenzione sulle strade ma anche tutela nei confronti dei passeggeri. Plausi all’emendamento arrivano dai vari schieramenti politici e si attende ora il voto per i prossimi giorni. “Fumo al volante, pericolo costante” è il progetto presentato già nel 2005 dal Codacons, che aveva anticipato l’attuale proposta della Lega. «Si stima che il 15% degli incidenti stradali dovuti a distrazione sia riconducibile proprio al fumo di sigaretta – spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons – è stato calcolato che per accenderla mentre si è alla guida servono in media due secondi, durante i quali l’attenzione del conducente è esclusivamente rivolta alla sigaretta».
di Teresa Gentile