pornplacevr
pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
Giovanni Allevi a Roma
Giugno 29, 2010
Estate
Giugno 30, 2010
Show all

Medicine? No, grazie. Yoga, ipnosi e attività fisica

yogaCurarsi senza farmaci? Sono sempre più gli italiani a pensarla così

Le statistiche parlano di un 20% di persone che hanno fiducia nelle terapie alternative e credono nella prevenzione.

Oggi il nuovo ‘must’ è stare bene facendo attività che riducono lo stress e i malori, modificando il proprio modo di vivere. Rimedi naturali che hanno l’obiettivo di eliminare la sempre più diffusa e facile abitudine di ricorrere immediatamente ai medicinali. Esercizi fisici mirati che tolgono il mal di schiena, l’ipnosi che fa dimagrire, lo yoga che allontana i problemi circolatori. Sono solo alcune delle pratiche che rendono scettici i medici e curiosi gli italiani. “Dopo aver insegnato a noi occidentali a riscoprire il rapporto tra dottore e paziente, ci hanno trasferito un nuovo concetto: quello dello stile di vita sano“. È Guido Giarelli, professore di sociologia alla facoltà di Medicina dell’Università della Magna Grecia, a spiegare la nuova frontiera del benessere. “Secondo l’ultima relazione Istat – prosegue Giarelli – circa il 19% degli italiani usano medicine non convenzionali, soprattutto fitoterapia e omeopatia, che però, ciascuna a suo modo, impiegano farmaci. Per avere un’idea di quanti si rivolgono a cure senza medicine bisogna fare riferimento anche a una ricerca di Harvard, e si ricava un dato del 20% di italiani dediti a yoga, massaggi, ipnosi e quant’altro”. Un numero significativo, ma, avverte il professore: “stiamo attenti a non creare una società basata sulla cultura della performance fisica. Sennò finiamo come gli Usa che non vogliono curare gli obesi“. Una domanda in costante aumento quella di soluzioni alternative ai farmaci: ad esempio l’ipnosi, che permette di moderare le proprie pulsioni, come quella di mangiare, ma viene anche usata nella terapia del dolore o in per diminuire lo stress. Tra le cure alternative c’è anche la tanto discussa agopuntura, che vede l’Italia al terzo posto dopo Cina e Giappone: nel nostro paese, infatti, ci sono ben sei milioni d’italiani che ogni anno fanno ricorso a questa pratica e circa 12 mila i medici con l’abilitazione a praticarla. Altro segnale di questa inversione di tendenza è il boom dello yoga, da quello acrobatico con gli elastici a quello da fare davanti alla tv fino a quello praticato durante i viaggi in autobus. Anche questa disciplina riduce lo stress e, agendo sulla postura, serve a migliorare il sistema circolatorio, la digestione e a risolvere dolori osteoarticolari. Ma è utile anche per curare i disturbi d’ansia e depressivi. Ci crede persino il Fatebenefratelli di Milano, il primo ospedale pubblico italiano ad impiegare una tecnica yogica, la ”Terapia Sky – Sudarshan Krya Yoga”, come intervento terapeutico per la cura della persona ammalata di disturbo panico-ansia generalizzata. Allo yoga, poi, può essere legata la meditazione: quest’anno un gruppo di Montreal, attraverso la risonanza magnetica, ha visto che nel cervello di chi medita in modo intensivo, come i monaci tibetani, si ispessisce l’area che controlla la sensibilità al dolore, sviluppando una maggiore resistenza alla sofferenza fisica. Una pratica millenaria che, però, continua ad evolversi con la nascita di nuovi correnti come l’Artistic Yoga che la combina con le moderne tecniche cardiovascolari. Il fondatore di questa nuova disciplina è Bharat Thakur, un noto “maestro spirituale” a detta del quale l’Artistic Yoga agisce a livello fisico aumentando la flessibilità, la forza e la resistenza; a livello mentale e spirituale agisce sulla consapevolezza del corpo, sulla vigilanza e aiuta a meditare per raggiungere la trasformazione totale. Alle già note pratiche yogiche come le classiche posizioni (asana) si unisce un moderno allenamento cardiovascolare per cui i benefici si estendono a mente e corpo. “Il mio obiettivo”, spiega Thakur, “è quello di sfatare il mito che lo yoga sia una pratica per i vecchietti o gli ammalati”, al contrario dovrebbe essere praticato sin dalla prima infanzia quando il corpo è più flessibile. Un noto detto recita “prevenire è meglio che curare”. Noi diciamo “provare per credere”.

di Valeria Fornarelli

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine