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GLI USA APRONO LE PORTE AI SIEROPOSITIVI

hiv-aidsDopo oltre 20 anni, oggi le persone affette da Hiv/Aids potranno rimettere piede negli USA

Era dal 1987 che vigeva per i sieropositivi il divieto d’ingresso e permanenza negli Stati Uniti. Da oggi “entrare, viaggiare, lavorare e risiedere negli Stati Uniti d’America” diventa una realtà per tutte le persone sieropositive, grazie all’entrata in vigore di una legge, depositata lo scorso 2 novembre.

Era ora, grazie Obama“, esclama la Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila), soddisfatta per questo importante obiettivo. Fu, infatti, il presidente Obama a siglare, lo scorso ottobre, il Ryan White Hiv/Aids Treatment Extension Act, rimovendo il provvedimento che esigeva un visto speciale difficilissimo da ottenere. “Se vogliamo essere leader mondiali nella lotta all’Hiv/Aids, abbiamo bisogno di agire così”, senza “marchiare” le persone affette dal virus, dichiarò Obama.“È finalmente finita un’ingiusta e pericolosa discriminazione, che per oltre vent’anni ha provocato divisioni nelle famiglie, perdite di opportunità di lavoro, e difficoltà nel seguire le terapie, per tante persone sieropositive”, ha dichiarato Alessandra Cerioli, presidente della lega.
È proprio la discriminazione, spiega la lega, a rendere più difficile non solo la vita delle persone sieropositive, ma anche ogni iniziativa di prevenzione: la diffusione del virus si combatte con l’informazione, la diffusione del test e l’accesso alle terapie. “Un divieto assurdo, – ha continuato la Cerioli – giustificato dal solo pregiudizio, privo di alcun ragionevole fondamento o di evidenza scientifica che dopo anni di battaglie delle associazioni e delle istituzioni internazionali che combattono l’Aids è stato eliminato”. Purtroppo, però, sono ancora tanti, troppi i Paesi in cui esiste questo divieto d’ingresso e permanenza, come ricorda la Lila: prima fra tutti la Cina, che ospiterà l’Expo 2010. E anche Russia, Australia, Canada e altre nazioni, per un totale di circa 60, presentano restrizioni su ingresso o permanenza.
In 27 paesi è prevista addirittura la deportazione. La Lila calcola anche ancora 21 Paesi nella regione europea (Europa dell’Est e Asia centrale) che considerano le persone sieropositive una minaccia per la salute pubblica e hanno norme discriminatorie. La notizia della fine del divieto è stata accompagnata dall’annuncio della volontà di tenere nel 2012 la Conferenza mondiale sull’Aids proprio negli Stati Uniti. Proprio in vista della prossima Conferenza, che si terrà a Vienna nel 2010, la Lila insieme alle altre associazioni europee “si sta battendo perché un segnale forte dell’impegno nella lotta contro stigma e discriminazione arrivi proprio dall’Europa”. “Il segnale che ci aspettiamo – ha concluso la Cerioli – è che i Paesi europei e confinanti cancellino queste norme restrittive entro la fine del 2010”.

di Valeria Fornarelli