Ringo Starr
A due anni di distanza da Liverpool 8, l’ex Beatle Ringo Starr ci riprova con il suo nuovo album: Y Not.
Uscito lo scorso 12 Gennaio Y Not, è il suo primo lavoro autoprodotto e trova Starkey in forma eccellente alle prese con elementi vecchi e nuovi: troverete la nostalgia che da sempre caratterizza la sua musica, l’energia del mondo rock da cui proviene, ma anche melodie di profonda dolcezza che possono contare su nuovi arrangiamenti di grande impatto emotivo. A condire il tutto una band “ad hoc” formata dagli amici storici di Starr e da qualche “nuovo acquisto” (da Steve Dudas dei Roundheads, alla chitarra; Benmont Tench di Tom Petty and the Heartbreakers, alle tastiere; fino a Don Was e Mike Bradford, al basso; ma anche Joe Walsh degli Eagles e Dave Stewart degli Eurythmics). Ma c’è dell’altro, perché l’ex batterista dei Beatles questa volta non si è risparmiato e ha voluto avvalersi di collaborazioni prestigiose: Paul McCartney è lo special guest che fa più rumore, ma ci sono anche Joss Stone, Ben Harper e Richard Marx.
L’apertura dell’album è affidata a Fill In The Blanks un bell’esempio di catchy rock che, per alcuni versi, ricorda l’accattivante Turn Yourself Around di Nick Gallant; ma la piccola parentesi rock lascia subito spazio a Peace Dream (brano che vede Paul McCartney al basso), un inno nel quale Starr ripercorre i temi di Imagine a modo suo, con molto più ritmo. Se con la title-track di Liverpool 8 l’ex “Fab 4” parlava della sua città in modo affettuoso e malinconico, con The Other Side Of Liverpool ci mostra il “rovescio della medaglia”raccontando gli aspetti negativi del suo luogo di origine. Da segnalare anche la bellissima Walk With You (altro duetto con McCartney questa volta ai backing vocals), splendida ballata che parla di amicizia, che non avrebbe potuto trovare due narratori migliori; Everyone Wins, decisamente più moderna e Y Not, mix ben riuscito di chitarre anni ’60 e percussioni pop anni ’80. Ottima scelta anche per la chiusura dell’album con Who’s Your Daddy? in duetto con Joss Stone: niente lacrime, solo energia.
Y Not è davvero un bel disco: c’è più spazio per gli strumenti (anche violini e sassofoni) e un’autoproduzione che pone l’enfasi proprio sui nuovi arrangiamenti. Un album più equilibrato e più originale di
Liverpool 8 con un Ringo Starr che, pur non perdendo le sue radici, si confronta con la modernità. E la sua musica ne acquista in freschezza.
di Lucia Gerbino