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Sono viva: noir sul precariato e sull’anima

SonovivaÈ stato presentato il 26 maggio, alla Casa del Cinema di Roma, il film Sono Viva, scritto e diretto dai fratelli Gentili. È la prima volta che gli sceneggiatori Dino e Filippo Gentili si cimentano dietro la macchina da presa, e lo fanno con un noir dalle atmosfere un po’ surreali.

Sono viva narra la storia di Rocco (Massimo de Santis), un ragazzo precario che per arrivare a fine mese accetta svariati lavori saltuari. Una notte è trascinato dall’amico Gianni (Marcello Mazzarella) a fare da guardiano in una villa, dove riposa il cadavere di una ragazza da poco deceduta, Silvia. Nella sua inaspettata esperienza, Rocco incontra una serie di personaggi vicini alla ragazza, tramite i quali cerca di ricostruire la sua storia e quella della sua morte. Sono viva indaga così il rapporto che a poco a poco lega emotivamente Rocco a Silvia, evocando molte suggestive immagini e toccando molte tematiche complesse e delicate. Tra queste, quella della dignità dell’uomo e della sua anima, costantemente minacciate dal mondo esterno e dalle debolezze personali. Una tematica, questa, che acquisisce una rilevanza significativa in un contesto storico e sociale come il nostro, dominato da un precariato non soltanto lavorativo, ma addirittura esistenziale. È anche per questo che, durante la conferenza stampa di presentazione, la pellicola è stata definita ironicamente – ma non troppo – un noir sul precariato. Ma Sono viva è anche e soprattutto un noir sull’anima, che si sviluppa attraverso incontri e scontri mediante i quali emerge lentamente un’altra importante tematica della storia: la famiglia. Il mistero che avvolgerà la morte di Silvia si fonde col mistero dei rapporti umani e di una famiglia simbolica, dominata da rapporti conflittuali e generazionali. Il padre capofamiglia (Giorgio Colangeli) rappresenta l’autorità di una figura maschile forte, che i figli Silvia e Adriano (Guido Caprino) non riescono a battere. Le tematiche e le atmosfere della pellicola sono rese figurativamente da un’ottima fotografia e da un cromatismo studiato e calibrato, che alterna colori freddi e bui a luminosità iridescenti. Queste ultime avvolgono in modo surreale il personaggio di Silvia, “luminoso” per la verità che chiude dentro di sé. Silvia è custode della verità sulla sua morte, detiene conoscenza e insegnamenti. È questo a cui il titolo del film allude: il personaggio della ragazza è deceduto, ma è ancora vivo nelle tracce che ha lasciato nelle persone che l’hanno incontrata e conosciuta. E una parte di quella ragazza vive anche nell’anima del protagonista Rocco, un uomo qualunque che, come tanti, vive una vita che non gli piace, ma che trova, per un momento, la forza di alzare la testa dalla mediocrità dominante. In questo sembra trovare empatia in una barista conosciuta casualmente, durante la notte in cui si svolge la maggior parte della storia. Il personaggio, interpretato da Giovanna Mezzogiorno, è la principale figura femminile di un film fortemente maschile, affiancata soltanto da quella di Silvia, tuttavia deceduta. La presenza della Mezzogiorno all’interno del cast di Sono viva è quasi casuale. Cugina di Dino e Filippo Gentili, Giovanna Mezzogiorno si è proposta spontaneamente di prender parte alla pellicola, colpita dal fascino della sceneggiatura. La sua presenza e quella di altri celebri nomi all’interno del cast hanno portato l’attenzione, in sede di presentazione della pellicola, sulla qualità del lavoro attoriale in Italia, dove tuttavia “gli attori sono considerati esseri non intelligenti”, come lamenta Marcello Mazzarella. Eppure, sottolinea Dino Gentili, “essi sono la punta di diamante del nostro cinema”, assieme a eccellenti tecnici e artisti che rendono possibili successi cinematografici all’interno di un contesto difficile come quello italiano. E il film Sono Viva ha sperimentato sulla propria pelle le difficoltà e le problematiche legate al mondo della cinematografia del nostro Paese. La genesi della pellicola, infatti, è stata molto travagliata, a causa di impedimenti e imprevisti legali e burocratici, dai quali tuttavia registi e produttori sono riusciti a riemergere con successo. Nonostante le numerose difficoltà che Sono viva ha incontrato nel suo percorso di creazione (costato 650.000 euro), il film verrà proiettato nelle principali città italiane, dove circolerà con circa una dozzina di copie, a partire dal 28 maggio.

di Silvestro Capurso

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine