Da una ricerca universitaria la curiosa cura
“Canta che ti passa” si è soliti dire quando vediamo qualcuno giù o sovrappensiero.
Anche
Max Gazzé si è divertito a citare le potenzialità rincuoranti della musica nella sua
Una musica può fare. Oggi a confermare quel che è sempre stata una semplice voce di popolo ci ha pensato la Caledonian University di Glasgow con i risultati di una curiosa quanto utilissima ricerca. Per tre anni gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di volontari all’ascolto di pezzi di musica contemporanea. Ogni volontario ha poi compilato dei questionari dai quali sono state tratte delle interessanti conclusioni. «
L’impatto di un brano musicale su un individuo va oltre quel che si pensa – afferma il
Dr. Don Knox capo del progetto –
così un tempo veloce può sollevare il morale, mentre un tempo lento può buttarlo giù. La musica permette alle emozioni di esprimersi grazie alla cooperazione di diversi fattori: il tono, la struttura e altre caratteristiche tecniche di un pezzo».
Se alla musica vengono aggiunte le parole le cose si complicano ulteriormente: «
Anche i testi – prosegue Knox –
possono avere un impatto importante ma puramente per motivi soggettivi: dove o quando abbiamo ascoltato per la prima volta quel pezzo, oppure se lo si associa ad un evento triste o felice e così via. Il nostro progetto è il primo a considerare concretamente questi elementi e al modo in cui interagiscono tra loro» .I ricercatori non hanno dubbi su alcuni gruppi e alcune canzoni che senza ombra di dubbio hanno effetti positivi sull’umore e che in futuro potranno essere usate per curare malattie come la depressione. Primi fra tutti i
Pink Floyd con
Comfortably Numb in ottima compagnia con
Gloria Gaynor e la sua inossidabile
I will survive, da sempre inno di gaiezza, per non parlare di
Louis Armstrong e
What a wonderful world la colonna sonora perfetta per qualsiasi momento della nostra vita. Con loro anche
Elton John, i
Supergrass e
John Lennon.
Al di là della scoperta che ben poco sconvolge, i nuovi orizzonti sono tutti rivolti alla tecnologia che potrà organizzare le nostre compilation in base a criteri più precisi e puntuali di come abbia già iniziato a fare, e ci aiuterà a risolvere quei piccoli problemi quotidiani che sommandosi rischierebbero di degenerare in qualcosa di peggio.
di Roberto Pagliarulo