A febbraio in uscita nelle librerie Canzoni di sangue di Fatima Bhutto
Esistono famiglie il cui destino sembra essere stato scritto con il sangue su pergamene composte da uno strano impasto fatto di popoli, ragioni di Stato e segreti inconfessabili. Fra queste la famiglia Bhutto (nobile dinastia Pakistana), sembra seguire le orme delle appassionanti vicende dei Borgia o dei drammi shakespiriani, storie di coaguli parentali in cui la morte sembra essere la protagonista principale e immancabile. Fatima Bhutto, nipote di Benazir (primo ministro pakistano assassinato nel 2007) racconta una saga di violenza e potere nelle pagine di Canzoni di sangue, una testimonianza diretta in cui tenta di recuperare la memoria di suo padre ucciso in un agguato tesogli dalla polizia di fronte casa.
I Bhutto discendono storicamente da una casta di guerrieri, signori feudali e proprietari terrieri. Sono da sempre protagonisti della vita politica del Pakistan: un paese corrotto e con picchi anomali di violenza in cui faide sanguinari e omicidi sono all’ordine del giorno. La giovane Fatima ha vissuto direttamente tutto questo: prima l’omicidio del nonno da parte di un generale golpista, poi quello di suo zio avvelenato mentre si trovava in esilio e infine l’assassinio del padre e della zia Benazir (accusata pubblicamente dalla stessa Fatima per l’omicidio del padre). Attraverso le pagine del libro l’autrice racconta la sua verità (fatta di lotte per il potere, violenti conflitti interni e minacce esterne) con gli occhi di chi ha visto e vissuto ma che allo stesso tempo riesce a coniugare i propri sentimenti con le abilità di una pungente commentatrice dalla straordinaria sensibilità.
Fatima Bhutto è poetessa e scrittrice. Ha studiato alla Columbia University e alla Scuola di studi orientali e africani a Londra. Alcuni tra i suoi scritti sono apparsi su Daily Beast, New Statesman e The Guardian.
Titolo: Canzoni di sangue
Autore: Fatima Bhutto (traduzione a cura di Stefania Cherchi)
Editore: Garzanti
Anno: 2011
Pagine: 250
Prezzo: 18, 60 euro
di Maria Elisabetta Filod’oro