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"About Elly", sguardi liberi su un Paese costretto

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"About Elly", sguardi liberi su un Paese costretto

About_Elly_-_locandinaQuarto lungometraggio del pluripremiato e poliedrico iraniano Asghar Farhadi, “About Elly” è l’evocazione libera da stereotipi della condizione sociale e culturale vigente nella repubblica islamica iraniana.

Ahmad (Shahab Hosseini) ha vissuto per molti anni in Germania, dove è stato sposato con una donna tedesca insieme alla quale ha avuto dei figli. Dopo essere stato lasciato dalla moglie, torna in Iran e i suoi vecchi compagni di università ne approfittano per organizzare una vacanza tutti insieme sul Mar Caspio. La volitiva e vitale Sepideh (Golshifteh Farahani), di sua iniziativa, invita anche Elly (Taraneh Alidousti), l’insegnante di sua figlia, con l’intento di avvicinare la ragazza ad Ahmad il quale è propenso a conoscere una donna iraniana con cui risposarsi. Quando gli amici comprendono il motivo per cui Sepideh ha invitato Elly, iniziano a trattare l’ospite con estremo riguardo, ricoprendola di attenzioni e mettendola molto spesso in situazioni imbarazzanti. Nonostante la riservatezza di Elly, il timido Ahmad cerca un avvicinamento con lei, soprattutto dopo aver confidato agli amici di essere interessato alla ragazza e averne ricevuto l’approvazione. Ma Elly sembra essere costantemente a disagio fino a quando non palesa a Sepideh il desiderio di tornare a casa, ottenendo dall’amica solo un rifiuto a partire e un invito a rimanere. Il clima festoso viene spezzato quando uno dei bambini rischia l’annegamento, e collassa inesorabilmente quando la compagnia si accorge della scomparsa di Elly.
Senza recinzioni percettive indirizzanti, Farhadi lascia lo spettatore libero di vagare all’interno della storia, quasi come se fosse presente sulla scena insieme ai personaggi. Quando la compagnia sospetta che a Elly possa  essere accaduto qualcosa di grave, i nervi saltano e iniziano le congetture per ricostruire la storia di una ragazza di cui si posseggono soltanto pochi frammenti. L’incipit giocoso e gioioso di “About Elly” si affievolisce col passare del tempo e l’allegria della vacanza svanisce per cedere il passo al presagio della tragedia che aleggia nell’aria. E in questo contesto fatto di piccole e avvedute conquiste cognitive sulla persona di Elly emergono, senza mai invadere lo schermo con arido fare didascalico, gli schemi culturali e sociali della civiltà iraniana, incarnati da donne apparentemente emancipate che con disinvoltura indossano lo chador e da uomini aperti ma pronti a chiudersi nel momento in cui vengono infrante le regole. In una società dove vige la rigida osservanza della religione e dei suoi dettami, chi ne oltrepassa i confini viene punito moralmente per l’oltraggio con la negazione della verità. La stessa Sepideh, tanto decisa e intraprendente da oscurare costantemente e involontariamente i pensieri del marito, è la prima a soccombere davanti al sistema, una vittima trasformata in carnefice dal modello della società, costituito dalla combriccola di amici, pervaso dal senso dell’onore.
L’orso d’argento alla 59° kermesse berlinese “About Elly“, finalmente giunto in Italia grazie allo sforzo congiunto di P.F.A. Films, Mediaplex Italia e Open Gate Italia, si lascia notare per l’atmosfera noir e i risvolti sociali potenti ed efficaci tratteggiati dal regista che, con fare garbato, ci restituisce uno scorcio lucido e libero da preconcetti della sua terra, eludendo qualsiasi forma di impacchettamento del pensiero.

di Francesca Vantaggiato

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Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine
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