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Forte Forte “Flop”: perché il nuovo programma di Raffaella Carrà ha fatto cilecca

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Forte Forte “Flop”: perché il nuovo programma di Raffaella Carrà ha fatto cilecca

Forte Forte Forte

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La crisi dei talent tra critiche e invidie da piccolo schermo

Ho provato a resistere alla tentazione di commentare il debutto di Forte Forte Forte lo scorso 16 Gennaio. Ripeto: ci ho provato. Poi ho guardato anche la seconda puntata. Ma vuoi a causa dello shock, vuoi per le voci illustri che si sono pronunciate al riguardo, ho sentito proprio un moto da dentro, una voglia irrefrenabile di dire anche la mia.

Un commento tra tanti, certo. Ma pur sempre quello di una over 30 cresciuta a “pane e Carrà” che non ha mai disdegnato Disco Bambina, Fantastico e il varietà old school. Già, perché il vero nocciolo della questione è che Forte Forte Forte ha scatenato, forse per la prima volta, le tre icone indiscusse della storia della televisione italiana: la Raffa Nazionale, Lorella Cuccarini ed Heather Parisi.

Ma andiamo per ordine. La polemica scatta ancor prima dell’inizio del programma, con una bagarre che coinvolge Lorella Cuccarini, contattata personalmente dalla Carrà per far parte della giuria di Forte Forte Forte e poi liquidata dalla produzione RAI con una telefonata al suo agente. I commenti della Cuccarini su Twitter sono velenosissimi: «Non ci siamo incontrate per 30 anni Raffaella. Spero di non incontrarti nei prossimi 30. Umanamente sei stata un’amara delusione. »

La Carrà si scusa in pubblico: «Ho sbagliato a non chiamarla personalmente. Volevo fortemente Lorella come giudice nel nostro programma perché la stimo […] Ma nel tempo e nel corso delle riunioni è cambiato lo stile della giuria del talent show. Non ho letto le sue parole perché mi avrebbero ferito tanto e trovo giusto che si sia profondamente offesa.» dice; e aggiunge: «Spero mi saluti, se dovessimo incontrarci.» 

Eliminata la Cuccarini si affaccia la formazione definitiva che vede la Carrà affiancata da Asia Argento, Joaquín Cortés e Philipp Plein (stilista tedesco noto ai modaioli piuttosto che ai telespettatori, o almeno non a me fino al debutto del programma). Un gruppetto che desta non poche perplessità, ma sul quale ho evitato di esprimere giudizi avventati. Obiettivo di Forte Forte Forte: trovare un artista in grado di cantare, ballare, recitare e condurre.

Cosa ho visto? Sculettare, cantare male, recitare e condurre peggio. Talenti? Pochissimi e non di certo completi. E se qualcuno dei ragazzi ha meritatamente superato le selezioni, la maggior parte è stata giudicato positivamente in virtù di un quid dettato dall’empatia tra giurati e concorrenti, ma incomprensibile a un normale pubblico di addetti ai lavori.

Veniamo alla giuria. Anche in un programma sbagliato, la Raffa Nazionale tiene banco sempre e comunque come una vera padrona di casa; Joaquín Cortés e Philipp Plein regalano dei siparietti che avrei visto meglio in una finestra pomeridiana di gossip; Asia Argento (rivelazione) abbandona ogni tanto il suo temperamento flemmatico per rilevare le poche cose davvero degne di nota.

Ma nulla basta a risollevare questo programma, che bello non è. A rincarare la dose ci ha pensato il giorno dopo nientemeno che Heather Parisi che, sul suo blog, non ha usato mezzi termini: «Non sono sorpresa che Lorella Cuccarini non sia stata presa come giudice in uno show del genere. Le sue capacità e la sua professionalità, avrebbero fatto risaltare ancor di più la pochezza degli altri giurati.» scrive. «Sono sorpresa che se ne sia rammaricata invece che accendere un cero alla Madonna. Uno spettacolo davvero imbarazzante. Pensare che va in onda su RAI 1 il venerdì sera, mi mette tanta tristezza.»

Quello che sembra chiaro, dagli ascolti e dalle critiche, è che Forte Forte Forte ha fatto cilecca. Ma è sul motivo per cui questo è accaduto che dovremmo riflettere: è uguale a tutti i talent in circolazione in Italia che, persino nei loro esperimenti più riusciti come X Factor e Ballando con le Stelle, sono ormai diventati noiosissimi.

Affossare la Carrà mi sembra esagerato e mi chiedo per quale motivo non vengano rivolte le stesse critiche a Maria De Filippi e a programmi come Amici, talent reiterato all’infinito che continua a sfornare artisti, o presunti tali, con una scadenza massima di 3 anni (strettamente vincolata alle scelte di tv e case discografiche e agli umori ballerini del pubblico) e di cui, finito il momento di gloria, dimentichiamo anche i nomi. Certo, l’audience fa la differenza, ma il problema è a monte: quello che dovrebbe destare preoccupazione è quel pubblico fidelizzato alla banalità, al talento “costruito a tavolino” che, quando c’è, si perde per strada non appena chi l’ha creato lo abbandona al suo destino per dedicarsi alla novità di turno. Una cosa giusta Heather Parisi l’ha detta: «La mia idea di professionalità nello spettacolo è lavoro, studio e tanta gavetta. Esattamente il contrario di quanto accade in un talent.»

Per il resto, non posso non rilevare (con un po’ di tristezza) un punta d’invidia da parte sua e della Cuccarini nei confronti di Raffaella Carrà: lei in tv c’è ancora, loro si vedono poco, nonostante abbiano molti anni in meno. E non è di certo una questione di talento, che a loro non manca, ma di simpatia. E quella di Raffaella non si discute.

di Lucia Gerbino